lunedì 27 settembre 2010

MA QUESTO E' UN PAESE PER BIMBI?

La bambina Noa Galetti ascolta la sigla di "Caterpillar" nella cucina di casa, mentre il suo papà prepara la cena.

domenica 26 settembre 2010

GONFIABILE!

Alla partenza da Villafranca troviamo un tipo gentile che ci apre la sbarra di una stradina e ci fa avvicinare al fiume con la macchina, così possiamo scaricare tutto senza doverci portare la roba a spalle. Gli dico cosa stiamo per fare e lui mi chiede: "è un kayak o una canoa?". Io, che tonto non ho ancora capito la differenza, balbetto un pò e poi rispondo "... ehm, uuhh, aah si!...: GONFIABILE!"
Lui non mi dice più niente...


Il primo tratto dopo la partenza da Villafranca

Il Signor MassimoMiegge pare soddisfatto della navigazione...

Cormorano

Dopo la confluenza del Pellice, il fiume si allarga

E allora ci si lascia trasportare...

Coccodrillo!

Se ci si volta indietro, poco prima dell'arrivo, c'è il drago che ti saluta da lassù

L'arrivo al ponte di Casalgrasso, dopo tre ore

L'ardito MassimoMiegge è ormai preda della scimmia del kayak (nel frattempo mi sono documentato: è proprio un kayak...)

domenica 19 settembre 2010

venerdì 17 settembre 2010

FOTOCRONACA MINIMA RECENTE

La bambina Noa Galetti alle prese con le coliche gassose.

Autoritratto con piedi e Sud America

La bambina Blanca Galetti, cacciatrice di palloncini

"Le Ferrari sono arrivate prima, seconda e terza!" "Ma le Ferrari sono solo due..." "Ah, ecco..."

Autoritratto con amico

Festivale della arti sospese - Torre Pellice. Mangiatore di lama.

Chiara ed i sospesi.

Pavè.

Sospesa.

Ancora sospesa.

Sollevata con Tetu, il circense del villaggio.

Urlatore.

Su le mani!

L'intrepido Signor MassimoMiegge, genio del fantacalcio e uomo che non conosce la paura, osserva il Po dalla canoa del suo amico Galetti.


La bambina Blanca Galetti prepara con la mamma il materiale per la nuova scuola materna montagnina che ha appena cominciato a frequentare.

La bambina Noa Galetti fa conoscenza con una delle tante zie, appena giunta dalle isole lontane. Entusiasmo degli uomini che passavano di là.

giovedì 9 settembre 2010

LE BALLE DEL PARTITO SBIADITO

Avevano cartelli che chiedevano conto alla seconda carica dello stato delle 350.000 firme dei cittadini per la proposta di legge che vorrebbe impedire agli inquisiti di stare in Parlamento; le firme sono ferme da tempo in parlamento. Avevano cartelli con frasi di Pertini, noto estremista del passato. Volevano chiedere alla seconda carica dello stato dei suoi contatti con la mafia (leggi QUI per saperne di più). Volevano entrare nella tenda del dibattito. Gli hanno detto "entrate solo se tacete", poi non li hanno fatti entrare neanche così. "Si può solo applaudire, non si può dissentire", come ha detto una signora presente. Allora si sono messi a contestare. Quelli che non li hanno fatti entrare, quindi, hanno detto che "erano squadristi". E tutta la casta ha espresso solidarietà alla seconda carica dello stato, aggredito dagli squadristi.
Come si raccontano le balle, come si influenza la testa della gente. Il metodo Bush, Blair, Berlusca, ripeto balle a raffica, fino a che le balle diventano verità.
Alcuni link:
QUI il video girato di nascosto che mostra come è stato loro impedito di entrare
QUI il video che mostra il trattamento riservato a chi non è d'accordo
QUI le voci di alcune persone presenti
Eravate rossi, siete solo distaccati dalla realtà. Avevate un colore, eravate un riferimento per tanti, oggi un colore non lo avete nemmeno più, siete solo sbiaditi. Certo Grillo può essere populista. Basterebbe che faceste vostri alcuni dei suoi argomenti, e finirebbe lì. Invece continuate a parlare tra voi, dicendo l'uno il contrario dell'altro, pur di restare dove siete.
Tralasciando la michiata colossale che avete fatto invitando ad un incontro uno come quello...

venerdì 3 settembre 2010

Prenditi un quarto d'ora, stacca il telefono, chiuditi un una stanza. E guardale TUTTE!



Per vederle tutte clicca QUI. Sono le foto di un concorso di fotografia sportiva. Cogli l'attimo!

Riscrivo il racconto sugli angeli, dopo le segnalazioni di chi non riusciva a leggerlo.



Questa foto è tagliata. Tanto non vedreste niente vicino a Moni, solo una sedia vuota ed un muro. Perchè l'angelo che era seduta vicino a mia moglie non resta impressa nelle fotografie, come tutti gli angeli.
Partiamo dalla fine di questa storia che parla di angeli. Sono le 11 di sera, Moni mi ha svegliato da meno di un quarto d'ora per un'altra emorragia. Sto guidando veloce (...) giù per la valle; a quest'ora non c'è tanta gente, e la maggior parte di loro si sposta di lato quando metto le quattro frecce e faccio andare gli abbaglianti. Moni sta mandando messaggio, forse per evitare di discutere con me che pesto troppo sull'acceleratore. L'angelo le aveva detto: "se dovessi di nuovo venire giù in reparto, mandami un messaggio a qualsiasi ora, se posso vengo". Il messaggio la ha ricevuto, ed adesso ha anche risposto: "se vuoi mi preparo e arrivo", dice. Anche se è notte, anche se domani lei è di turno, significa che rischia di farsi tutta la notte e tutto il giorno in servizio. Poco dopo il nostro arrivo in reparto, eccola lì che entra anche lei. Moni è subito rassicurata quando la vede. Dopo qualche minuto esce da me in corridoio (il classico corridoio dei reparti maternità, quello dei mariti che vanno su e giù...) e mi spiega che si farà il cesareo. Poi passa quasi tutto il tempo dell'attesa a parlare con Moni, a spiegarle, a rassicurarla, come ha sempre fatto e come farà fino a dopo la nascita di Noa. Eì lei che l'accompagna in sala operatoria, che mi dice quanto durerà (così mi regala un quarto d'ora di calma, perchè so che prima di mezz'ora l'intervento non finirà), è lei che esce con Noa, che mi dice che è andato tutto bene, lei viene a chiamarmi al nido, per dirmi che Moni è arrivata e che è "un pò sofferente" (così con due parole mi prepara alla visione della moglie sconvolta dall'anestesia, con gli occhi grandi così, ed un'espressione di spavento sul viso), lei che mi dice di "falle vedere subito la bimba, così si calma", poi è lei che l'assiste quando la riportano in camera, le mette l'ossigeno; sempre spiegando, rassicurando lei, me, tutti. Torna più volte nelle prime ore dopo l'intervento per controllare come sta Moni (ormai è chiaro che non torna più a casa a dormire).Blanca ad una settimana

Noa ad una settimana

Quando ritorno al mattino lei ha appena "preso servizio", nel senso che è iniziato il suo turno, in totale si farà 18 ore e mezza di seguito. Ovviamente in giornata passa più volte a salutare Moni. Sempre con quel sorriso.
Lei ha fatto nascere Blanca, e fu un'esperienza bellissima (al di là dell'emozione per la nascita in sè, che già ti stende...), facemmo squadra in maniera eccezionale, lei, Moni ed io. Non l'avevamo mai vista prima, non l'avremmo dimenticata mai più.
Qualche mese fa vado a prendere il latte da Simona, dove da due anni è appeso un foglio con un mio scritto ed una foto di Blanca piccola. Casualmente lei era capitata lì qualche giorno prima, ed aveva riconosciuto la bimba (quanti bambini avrà fatto nascere in quasi quattro anni?). Casualmente era in servizio quando siamo stati giù per la prima emorragia di luglio e nei giorni successivi, durante il ricovero. Poi è andata in vacanza e quindi casualmente Moni non ha avuto emorragie. Sempre casualmente era lì anche per il secondo ricovero. Il resto l'ho già raccontato.
Quando l'altro giorno siamo andati giù per togliere i punti (chi c'era in servizio?!) le abbiamo portato un regalino. Ho avuto l'impressione che ci sia rimasta quasi male, ci ha detto che non dovevamo. Le ho detto che aveva ragione. Non dovevamo farle un regalo. Volevamo.


L'altro angelo non l'ho fotografata perchè non c'era quando è nata Noa. Quando siamo arrivati giù era andata a casa da 40 minuti. Peccato, perchè anche questa volta aveva seguito Moni per tutta la gravidanza con la solita sapienza ed umanità, con quella cosa, quella complicità, quella comprensione che si crea tra loro donne che noi possiamo immaginare con la testa, ma mai capire con il cuore. Quella mattina del giorno prima l'arrivo di Noa era venuta in camera da Moni, che era ricoverata. Era venuta a scusarsi (?!), quasi a giustificarsi, perchè partiva per una settimana di vacanza, e non ci sarebbe stata per il cesareo programmato (poi superato dagli eventi). Ci aveva detto chi avrebbe fatto il taglio, una sua collega che ha lo studio con lei, quindi potevamo fidarci, eccetera. Aveva detto a Moni "mi raccomando mandami un messaggio quando nasce!" (ha talmente tante pazienti in studio che per la prima visita da lei aspetti mesi e mesi). Poi aveva fatto una cosa che mi aveva toccato un casino. Un attimo prima si andarsene aveva detto a Moni "ciao topolina", le aveva dato una carezza, poi un bacio a lei ed a me (rimasto a quel punto basito e con le lacrime agli occhi) ed era uscita dalla camera.
A casa nostra viviamo in quattro adesso. Ma in famiglia siamo sei.
Quattro umani e due angeli.

giovedì 2 settembre 2010

L'ALTRA FACCIA DELL'IMPERO

Secondo alcune recenti stime, ogni giorno 18 veterani di guerra statunitensi si suicidano. Questo numero costituisce 1/5 dei suicidi quotidiani in tutti gli Stati Uniti d'America.
Queste foto sono state fatte in un centro di ascolto telefonico dedicato ai veterani di guerra, che ha aperto nel 2007. Quell'anno il centro ha ricevuto 10.000 chiamate, diventate 70.000 nel 2008, diventate poco meno di 120.000 nel 2009; nei primi sei mesi di quest'anno le chiamate erano già 100.000

FOTO DALL'AFGHANISTAN


Il fotografo Simon Murphy è tornato in Afghanistan dopo 16 anni, clicca QUI per vedere le sue foto.