"PAPA', TU SEI COME LA MOZZARELLA DI BUFALA: DA FUORI SEMBRI UN PO' DURO, MA DENTRO SEI MORBIDO". Una figlia dal nome corto.
mercoledì 31 marzo 2010
Bubunz 2
martedì 30 marzo 2010
Vivo in Piemonte e mi sono rotto le palle.
Là fuori stanotte ci sono le stelle, io domenica ne ho votate 5. E voi mi avete proprio rotto le palle.
giovedì 25 marzo 2010
Siamo spacciati...
In questi giorni si è aggirato in casa mia un personaggio interessante. Non lo si vedeva da un po' di tempo. Ha ripreso a suonare, e si è messo a leggere dei saggi letterari. Come sempre siamo stati benissimo insieme, e come sempre abbiamo chiacchierato. Ho trovato molto interessanti alcuni racconti che mi ha fatto a proposito del suo lavoro, che lo mette a contatto con alcune delle miserie umane. Perchè lui fa un mestiere particolare. E' l'accalappiacani di una grande città del centro Italia. E ne vede di tutti i colori. Vede da molto vicino, come direbbe il dottor Cirri di Caterpillar “uno dei segni della decadenza dell'occidente”, cioè il rapporto con gli animali nella nostra società, io credo soprattutto nelle città, in campagna c'è un approccio (per fortuna) più rustico, meno patologico. E allora mi ha parlato della vecchina fatta a pezzi da un cane (fatta a pezzi nel vero senso della parola), e del cane stesso che non è stato soppresso, ma condannato a restare in gabbia a vita in un canile pubblico, e noi condannati a mantenere a vita un cane condannato a restare in gabbia a vita perchè non lo si può sopprimere. E allora mi ha parlato dell'intervento che ha fatto in una cascina, dopo un servizio urlato in televisione da un noto programma del dopo cena, che denunciava i presunti abusi nei confronti di mucche, capre ed altri animali da parte della vecchietta che da sola se li gestiva. Dal punto di vista del rispetto della legge non è stato trovato niente di illegale, o forse si, una o due capre non avevano il marchio all'orecchio. In compenso, nei giorni in cui ha lavorato nella cascina per esaminare tutti gli animali e vedere come lavorava la vecchietta, ha capito che chi era in difficoltà era proprio lei, la vecchietta, troppo vecchietta e troppo sola per stare dietro a tutto. Ma di questo il servizio tv non aveva urlato nulla.
Ieri sono stato al supermercato, per vedere se la cassetta era sempre lì al suo posto. C'era. Meno male, mi ha rassicurato. La cassetta nella quale si possono mettere le offerte di scatolette di cibo per i cani abbandonati.
Nei giorni scorsi al lavoro c'è stata una raccolta di fondi a favore dell'ambulatorio che Emergency gestisce a Palermo, per curare gli immigrati che hanno paura di andare in ospedale a farsi curare. Abbiamo raccolto 215 euro, siamo 60 persone a lavorare lì... La prossima volta propongo di mettere una cassetta al supermercato, vicino a quell'altra. Hai visto mai che qualcuno sbaglia mira... Così gli mandiamo anche qualche scatoletta, a 'sti negri di Palermo.
Ha ragione il dottor Cirri, siamo spacciati.
mercoledì 24 marzo 2010
martedì 23 marzo 2010
sabato 20 marzo 2010
Un mio Amico ha fatto due gol alle olimpiadi!
E poi, che figo, adesso posso dire: “un mio amico ha fatto due gol alle olimpiadi!”
"Stefano è stato sepolto dieci giorni fa. Senza che noi sapessimo niente, così com’era già avvenuto, come se fosse un oggetto"
Adesso si scopre che è stato sepolto da dieci giorni.
E la famiglia non è stata avvertita.
Ma come cazzo si fa?
Clicca QUI per la notizia.
Clicca QUI per andare sul blog tenito dalla sorella di Stefano Cucchi
venerdì 19 marzo 2010
LA PRIMA COSA BELLA CHE HO AVUTO DALL'INVERNO
Adesso quasi quasi mi butto nell'orto, anche se fuori è ancora notte. Altrimenti la nostalgia si fa canaglia...
giovedì 18 marzo 2010
DICE CHE SIAMO IL PIU' BEL PUBBLICO D'ITALIA...
domenica 14 marzo 2010
venerdì 12 marzo 2010
MI HA RISPOSTO BARBABLU'!!
"Caro Marcello,
spero davvero che il "documento" che ti ho inviato ti sia di aiuto, almeno per capire che il vecchio Barbablù non ha nessuna intenzione di mollare la resistenza. Nè penso di poter riassumere in poche righe le mie argomentazioni. Naturalmente anche il tuo commento mi fa riflettere, perché ci troviamo a vivere all'interno di contraddizioni che dobbiamo vivere senza comporre (esplodranno, esploderanno...). Gli obiettivi che io mi prefiggo sono due: non permettere mistificazioni che nascondano queste contraddizioni e offuschino la mente di chi ci vive dentro, non lasciarci disarcionare dall'avversario per poter essere dentro quando potrà servire. Per questo sono in forte disaccordo con quanto da anni si tenta di fare a "sinistra": mistificare su possibilità antiche legate alla distribuzione del reddito anzichè sull'analisi del modo di produrre e dell'immaginario sociale che si perpetua (sviluppo, progresso, stato sociale, etc) e corrodere così una cultura alternativa accettando presunte necessità e distruggendo la possibilità di avere domani un qualcosa da dire (e forse qualcuno che lo dica).
I miei richiami alla flessibilità erano ad un tempo pragmatici e provocatori. Intendevo dire che il sistema attuale funziona con le regole che si è dato e per starci dentro (non lasciarci disarcionare) occorre lasciare che le sue contraddizioni si sviluppino ed emergano nella loro distruttività (credo che le ricette del centro sinistra siano semplici ipocrisie, che del resto vedo all'opera a livello locale). La resistenza si fa dalla parte di chi le subisce, anche tramite nostro (se deve succedere), indicando chiaramente dove stanno le responsabilità e quali sono i perché (non le propensioni di un direttore, ma le politiche succubi dell'economia che le "sinistre" e le "destre" portano comunque avanti in tutto il mondo e in tutte le città). La resistenza la si fa affrontando gli assessori e accusando la loro indifferenza politica di lasciar passare lo sfruttamento dentro i nostri stessi servizi che dovrebbero fare quello che loro sono incapaci di fare e finiscono per creare nuove povertà tra le stesse persone che lavorano. I miei assessori si dicono di sinistra e i tuoi di destra, ma abbiamo visto che non fa alcuna differenza. Noi non faremo loro il piacere di suicidarci, e non taciteremo le coscienze nostre e di chi lavora con noi. Ad ogni nuovo assunto a cui siamo costretti a dare un tempo determinato per la totale incapacità del Pubblico di programmare e dare certezze, si devono indicare i responsabili per nome e cognome. Gramsci raccomandava di studiare e tenersi pronti, io semplicemente mi sento di dire: non facciamoci fregare e continuiamo a tenerci pronti e a preparare una cultura alternativa con tutti quanti stanno intorno a noi.
So che resta difficile il guardarci allo specchio, ma noi protestanti non abbiamo bisogno di metere a posto la nostra coscienza e di sentirci a posto, dobbiamo invece preoccuparci del nostro prossimo e del suo futuro... a rischio di sbagliare (io per primo che mi mostro così splendidamente convinto).
Barbabablù"
SARO' UN COMUNISTA LIBERISTA?!
Sono fortunato. Faccio un lavoro che mi piace. Qui ho potuto esprimere me stesso, ed ho ricevuto molti apprezzamenti in questi 13 anni. Certo, qui ho anche “fatto carriera”, ma rispetto a questo sono perfettamente in pace con me stesso perchè non ho mai giocato sporco per “arrivare”. Qui ho potuto portare avanti le cose in cui credo, prima dal punto di vista professionale, e poi anche nel senso di valori, nel senso “politico” (non certo nel senso di partiti, nel senso di scelte). Amo questo posto, e voglio bene anche a parecchie delle persone che ci lavorano, qui mi sono sempre sentito libero, qui non mi sono mai sentito solo, anche adesso che faccio “il capo”.
La scorsa settimana sono stato a Firenze, insieme a molti altri che ricoprono ruoli simili al mio in altre strutture della chiesa valdese in Italia (ah!, ho scordato di dire che, nonostante alcuni difetti, sono comunque contento di lavorare per una istituzione della quale condivido molte delle posizioni in tema politico, sociale, ecc). Da parecchio tempo, durante gli incontri tra i responsabili, ci vengono dati messaggi molto chiari rispetto alla situazione economica generale, rispetto alla assoluta necessità di tenere sotto controllo le spese, e via discorrendo. Il discorso mi è molto chiaro, faccio di tutto per applicarlo, faccio anche di tutto per ricordarmi che questo lavoro è fatto da persone per persone.
Nell’incontro di Firenze ha parlato anche Barbablù; l’ho chiamo così (solo con me stesso e sempre in modo affettuoso, quando mi rivolgo a lui lo chiamo per nome...) da tanti anni, da quando oltre dieci anni fa abbiamo fatto una formazione insieme e, durante questa formazione abbiamo fatto una simulazione, io dovevo fare il direttore, lui il dipendente che veniva a sottopormi un problema; a quel tempo lui faceva già il capo, io manco per sogno; quando scoprii che avrei dovuto fare la simulazione con lui me la feci sotto, perchè Barbablù ha (appunto) un gran barbone; non successe niente, non mi mangiò, e me la cavai abbastanza bene. Barbablù, per quanto ne so io da distante, ha sempre fatto il capo da uomo di sinistra, anche molto di sinistra nel tipo di impostazione, di coinvolgimento dei dipendenti nelle decisioni, eccetera. Nell’incontro della settimana scorsa ha fatto un discorso che mi ha colpito molto, niente di nuovo per carità, cose che so bene, ma mi ha impressionato sentirlo fare da lui, forse speravo dentro di me che qualcuno ancora, da qualche parte, riuscisse a “resistere”. Senza scendere nel dettaglio, il discorso riguardava il fatto che lo stato (nel suo caso un comune, in un altro potrebbe essere un azienda sanitaria, poco cambia) sta facendo una politica che rischia di strozzare le strutture che hanno delle convenzioni con lui (lui l’ente pubblico, si intende), per cui ti mette con le spalle al muro. Alla fine del suo discorso Barbablù ha quasi “invocato” delle politiche di flessibilità rispetto alla gestione dei dipendenti, non invocato nel senso che le condivideva, ma nel senso di scelta obbligata per sopravvivere. Se l’ente pubblico ti paga “a cottimo”, come fai, alla lunga ma neanche troppo, a fare una politica diversa nei confronti dei dipendenti?
Mi sono visto, ma ho visto molti di noi presenti in quella sala, un domani (forse quasi oggi), di fronte allo specchio a dirsi: “come concili i tuoi valori, la tua
Al mio ritorno in ufficio ho trovato una mail di Barbablù. Ha scritto un documento sull’argomento, così mi ha detto. Chissà che non ci trovi la risposta alle mie paturnie?
PERCHE' IL POPOLO TOLLERO' E ADDIRITTURA APPLAUDI'?
"Il capo del Governo si è macchiato ripetutamente durante la sua carriera di delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato la condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo.
Perché allora il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini?
Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse e tornaconto personale. La maggioranza si rendeva naturalmente conto delle sue attività criminali, ma preferiva dare il suo voto al forte piuttosto che al giusto.
Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto.
Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei. Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt'al più il leader di un partito di modesto seguito, un personaggio un po' ridicolo per le sue maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon senso della gente e causa del suo stile enfatico e impudico.
In Italia è diventato il Capo del Governo.
Ed è difficile trovare un più completo esempio di Italiano. Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padre di famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimo abile e goliardico, tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma ‐ come ogni mimo ‐ senza un proprio carattere, immagina sempre di essere il personaggio che vuole rappresentare".
CHI HA SCRITTO QUESTE RIGHE? E DI CHI PARLA? PER SCOPRIRLO CLICCA QUI
martedì 9 marzo 2010
PREOCCUPAZIONE
Estratto da un editoriale del direttore di Internazionale
domenica 7 marzo 2010
LA CERTEZZA DEL ROVESCIO
Il dramma di questo paese, che sopporto perchè ci vivo all'estrema periferia, non è che da più di 15 anni ha una malattia piccola, pelata e volgare. E' che in più di 15 anni non ha prodotto la medicina. In un paese di quelli con i quali siamo soliti paragonarci, la malattia piccola, pelata e volgare avrebbe potuto fare (forse) il sindaco di un paese di 5/6000 abitanti, poi avrebbero prodotto l'antidoto. Noi abbiamo prodotto il baffetto (il più intelligente tra i politici italiani...), l'ex radicale divenuto papista (che vedrei bene solo come venditore di folletto porta a porta) e il buonista (che disse di volere abbandonare la politica per andare in Africa ma poi restò qui è fondò il piddì).