domenica 30 gennaio 2011

COSA SOGNA IL SUD AMERICA?


"Mio fratello sogna di studiare musica", Yavi, Argentina.


"Che le necessità non disturbino i nostri sogni", L'Avana, Cuba.

Tra il 1992 e il 2007 il fotografo argentino Martin Weber ha girato il Sudamerica, chiedendo alle persone che fotografava di scrivere i loro sogni su una lavagna. Per vedere tutte le foto clicca QUI

sabato 29 gennaio 2011

VATTENE!

1. Dimissioni
Chiediamo a Silvio Berlusconi di dimettersi immediatamente.
In nessun altro paese democratico un Primo ministro, indagato per così gravi capi di accusa, rimarrebbe in carica. Tutti i cittadini italiani, di qualsiasi credo politico, devono essere consapevoli che l’immagine del loro paese sarà profondamente danneggiata se Berlusconi rimarrà al suo posto.

2. Presenza in aula
Chiediamo a Silvio Berlusconi di non utilizzare la televisione per difendersi e screditare i magistrati grazie al suo considerevole potere mediatico, bensì di presentarsi ai giudici come farebbe ogni cittadino. In tribunale, Berlusconi potrà comunque giovarsi dall’avere ingaggiato gli avvocati più pagati del paese. Speriamo vivamente per lui e per l’Italia che sia in grado di dimostrare la propria innocenza. Visto che Berlusconi e i suoi sostenitori affermano che i giudici sono irrimediabilmente prevenuti nei suoi confronti, ricordiamo che in più di un’occasione gli è stato garantito il beneficio del dubbio. Nel caso Mondadori, ad esempio, la corte giudicò, nel novembre 2001, la posizione di capo del Governo una “circostanza attenuante” che, unicamente nel suo caso, fece cadere in prescrizione l’accusa.

3. Il ruolo del Presidente della Repubblica
In una situazione in cui due dei principali poteri dello Stato – la magistratura e l’esecutivo – si affrontano in uno scontro estremamente pericoloso per il futuro della Repubblica, chiediamo al Presidente Napolitano di valutare la situazione e di intervenire tempestivamente, entro i limiti previsti dalla Costituzione.

4. I partiti di opposizione
Chiediamo a tutti i partiti di opposizione di mettere da parte le loro divergenze e di abbandonare qualsiasi desiderio di primeggiare, chiedendo invece con una sola voce le dimissioni del Premier.

5. Società civile
Invitiamo le numerose associazioni e le centinaia di migliaia di cittadini che si riconoscono nella società civile a concentrare le loro forze e a unirsi in una linea d’azione comune. Chiediamo soprattutto al mondo cattolico di esortare il Vaticano a pronunciarsi su una questione di etica pubblica così rilevante.

6. Gli amici dell’Italia nel mondo
Abbiamo scritto questo appello sia in inglese che in italiano per mandare un messaggio a tutti coloro che all’estero amano la nostra democrazia e le sorti del nostro Paese. Non perdete la fiducia nell’Italia! Abbiamo bisogno della vostra solidarietà e del vostro aiuto.

CLICCA QUI PER FIRMARE L'APPELLO, E DIFFONDILO!

BASTA! BASTA! BASTA!

1. Resignation.

We call upon Silvio Berlusconi to resign immediately from his post as Presidente del Consiglio dei Ministri. In no other democratic country would a Prime Minister, faced with such serious legal accusations, remain in office longer than a few hours. All Italian citizens, of whatever political persuasion, must realise that the image of their country is profoundly tainted if Berlusconi remains in office.
2. Attendance in court.
We call upon Silvio Berlusconi not to defend himself on television, using his substantial mediatic power to discredit the magistrates, but to present himself in court and seek to defend himself there, as would any normal citizen. Once in court, he can in any case hope to benefit from the services of the highest paid lawyers in the country. We sincerely hope, for his sake and that of the country, that he is able to demonstrate his innocence. If he and his supporters reply that the judges are irremediably biased against him, we would like to point out that on more than one occasion in the past he has been given the benefit of the doubt by the courts. In the Mondadori case, for example, the court judged in 2001 his position as Head of Government to be part of the ‘extenuating circumstances’ which in his case alone allowed the crime to be prescribed.
3. The role of the President of the Republic
In a situation in which two of the principal powers of the state – the magistracy and the executive – are on a head-on collision course of considerable danger for the future of the Republic, we call upon its President to observe closely the situation and to be prepared to intervene actively, naturally within the limits of the powers ascribed to his office by the Constitution.
4. The opposition parties
We call upon all the parties of the opposition to put aside their differences and to abandon any jockeying for position, uniting instead their voices in a single request of a single word: RESIGNATION.
5. Civil Society
We invite the many associations and the hundreds of thousands of members of civil society to do the same, pooling their resources and joining hands on a single line of action. We would particularly appeal to Catholic civil society to deplore the hesitations and silences of the Vatican on so important an issue of public ethics.
6. The friends of Italy in the world

We have written this appeal in English as well as Italian in order to reach all those abroad who are friends of Italian democracy. Do not despair of Italy! The country needs your solidarity and help.

CLICK HERE TO SIGN THE APPEAL, AND SPREAD IT!

Il Cairo, Egitto, 28 gennaio 2011

giovedì 27 gennaio 2011

GIORNO DELLA MEMORIA

Auschwitz, giugno 2005

Oggi è il giorno della memoria. Ci ricorda perchè continuiamo a giustificare quello che succede a Gaza.
(www.spinoza.it)

"La memoria della Shoah ha reso Israele indifferente alle sofferenze altrui. Il paese nella sua instabilità è ormai simile alla Germania degli anni Trenta. Il sogno e l’ideologia sionista hanno fallito. È il momento di abbandonare l’antica mentalità del ghetto accerchiato e di rivalutare la figura universalistica dell’ebreo della diaspora." Sono tesi molto provocatorie, che hanno suscitato un enorme dibattito e innumerevoli polemiche a partire dalla pubblicazione di Sconfiggere Hitler in Israele, nel 2007.

martedì 25 gennaio 2011

TUTTI QUELLI COLPITI DA STUPORE

La bambina dal nome corto assume un'espressione stupefatta quando suo padre, il Signor EmmeGi, le annuncia che la squadra del villaggio ha cambiato allenatore.
"Ma papà, avevano parlato di progetto a lungo termine. Ma papà, dicevi che una squadra come quella di quest'anno non l'abbiamo mai avuta in 75 anni. Ma papà, non dici sempre che le crisi si affrontano? Ma papà, allora anche l'hockey è diventato come il calcio, dove si fanno fuori gli allenatori ancora prima che cominci il campionato?"
"Zitta, bambina dal nome corto, è l'ora della nanna."
"Ma papà, come si chiama quel tuo amico che vorresti come allenatore?"
"Questa è l'unica domanda per la quale ho una risposta. Si chiama Ivan, ma adesso dormi!"

martedì 18 gennaio 2011

TUNISIA

Il lancio dell'acqua alla partenza degli ospiti simboleggia l'augurio di un loro ritorno

Tra la marea di articoli che ho letto in questi giorni su quello che sta succedendo in Tunisia, ne segnalo tre:
1) DIVENTA UN EROE IL PILOTA DELLA TUNISAIR CHE SI RIFIUTA DI FARE SALIRE A BORDO MEMBRI DELLA FAMIGLIA DI BEN ALI' IN FUGA.
Il Link è QUI
2) "FORSE DOVREMO ANDARE VIA, MA BRUCEREMO TUNISI" TESTIMONIANAZA DALL'INTERNO DELLA CRICCA DI BEN ALI' SULLE ULTIME SETTIMANE DEL REGIME.
Il Link è QUI
3) IL DOPO BEN ALI' RACCONTATO DAI TUNISINI. TESTIMONIANZE.
Il Link è QUI
Tutti gli articoli sono in francese.
Segnalo anche questa fotogallery dell'agenzia Reuters.

A proposito di fotografie, quella che mi ha colpito di più è questa:
Un giovane ufficiale dell'esercito saluta il passaggio del funerale di una delle vittime degli scontri dei giorni scorsi. Anche gli amici che sento regolarmente confermano che è l'esercito la forza armata in questo momento più vicino alla gente. la foto è presa dal sito Nawaat de Tunisie, un blog collettivo che seguo da alcuni giorni.
Se non tenessi famiglia partirei subito, la curiosità di andare a trovare le persone care che vivono in quel villaggio laggiù è forte.

domenica 16 gennaio 2011

UN'ALTRA VOCE

"Oggi sembra un pò meglio; ieri sera dei ragazzi del villaggio hanno dato fuoco a delle sterpaglie proprio davanti al distributore, giusto dall'altra parte della strada, ci siamo spaventati, mio fratello ha fatto una telefonata e sono arrivate subito due macchine di militari. Probabilmente è stata solo una bravata, ma li hanno arrestati. Ci siamo sentiti meno soli. Però adesso arriva la notte, e torna la paura."
"Dai, che stasera hai già un'altra voce, bonne nuit" "Bonne nuit, et merci".

(Nella foto: lo spaccio del villaggio, con l'aiutante del Sig. Mahmoud)

SOLE MAGICO

Stamattina ho fatto una bella passeggiata nel bosco, partendo e arrivando ai Lantaret, sopra San Giovanni (sempre in Val Pellice). C'era una bellissima luce, che magicava tutto. Mi sono fermato vicino ad un "runsè" (rovi). Le foglie più in alto avevano già preso la luce, e la brina si era già sciolta, le foglie più in basso erano ancora in ombra. Davvero una magia, ho goduto nel fotografare le foglie.






UNA VOCE (DI PAURA) DALLA TUNISIA



"Qui siamo molto spaventati, ci sono stati saccheggi e violenze un pò ovunque. A Menzel Temime hanno saccheggiato e distrutto molti negozi, il Monoprix (supermercato) è stato svuotato. A El Mida anche. A Korba sono state violentate delle donne. Un uomo che cercava di difendere il negozio è stato ucciso a Menzel Temine. Qui al villaggio al momento niente, ma abbiamo paura. Ci siamo organizzati per difenderci, questa notte c'erano 16 uomini a fare la guardia. La polizia è sparita, dell'esercito qui non c'è traccia, siamo soli; per fortuna che ci aiutiamo tra di noi. Mahmoud ha chiuso il negozio (l'unico del villaggio), mi ha dato del cibo di nascosto, ha paura ad aprire, teme che possano arrivare e portargli via tutto. Di andare in città a comprare da mangiare non se ne parla"

giovedì 6 gennaio 2011

AMMALATI DI COMODITA'

Ieri sera mi ha telefonato Ugo, quel mio cugino che lavora in una ditta di trasporti pubblici con il quale ogni tanto parliamo di giustizie e ingiustizie sul lavoro, dei furbi che si nascondono dietro ai diritti, della maggioranza silenziosa di persone corrette che se la fanno mettere in culo senza fiatare, dei denari che non ci sono ma forse ci sono, di sinistra e non sinistra, eccetera.
Mi ha raccontato un episodio di qualche giorno fa: "stavo uscendo dal lavoro per andare a comprare una cosa per l'ufficio; stavano entrando due autisti, ognuno con la sua macchina uno dietro l'altro; avrebbero iniziato e finito il turno insieme, alla stessa ora l'entrata, alla stessa ora l'uscita. Sai una cosa? Quei due abitano entrambi in un paese qui vicino, Tritriana. So per certo che sarebbero tornati a casa a fine turno, so per certo che arrivavano da casa, me lo hanno detto. Ma perchè non si organizzano per venire con una macchina sola quando fanno lo stesso turno?! Ma se poi c'è da lamentarsi della crisi, dei napuli che fanno casino con la munnezza, dei problemi ambientali, dei soldi che non ci sono, allora si, che siamo tutti buoni a piangerci addosso. E iniziare a fare delle cose concrete?!"
Siccome stava iniziando ad alzare la voce, come fa lui quando è preso da un argomento, ho pensato di interromperlo e gli ho parlato di queste due foto:


"Guarda Ugo, l'altro giorno ero in giro con mia figlia dal nome corto, qui al villaggio. Ho visto questi due cassonetti per la raccolta della carta. Per primo ho visto quello che scoppia, con la carta che esce fuori, con i cartoni per terra. Gli ho fatto una foto. Proseguendo sono arrivato all'altro. Era vuoto. Gli ho fatto una foto. Allora per curiosità ho voluto contare quanti passi di distanza c'erano tra i due. Sai quanti passi ci sono, Ugo?! 185 passi! Cosa sono 185 passi?"
"Caro cugino, sono un prezzo troppo alto da pagare per gente ammalata di comodità..."
E ha messo giù.

mercoledì 5 gennaio 2011

NON FARE AD ALTRI CIO' CHE NON VORRESTI FOSSE FATTO A TE...

L'ultimo tramonto del 2010 sulla Val Pellice

Se questo è (anche) un diario bisogna scriverci non solo le cose belle.
Molti anni fa mi capitò di dovere dire a Mamma Olga che suo figlio era morto.
Una mattina di poco tempo dopo, dovetti riunire una ventina di colleghi per annunciare loro che una persona che lavorava con noi si era suicidata.
Nei miei quasi 14 anni di lavoro al Rifugio solo quelle due cose sono state peggiori di quello che mi è toccato fare ieri pomeriggio.
Mi si dirà che gli ordini sono ordini.
Mi si dirà che non è colpa di nessuno, ed è stato necessario fare così.
Mi si dirà che bisogna sapere distinguere il ruolo dalla persona.
Già.

lunedì 3 gennaio 2011

L'UGANDESE VOLANTE



Peter affronta le nevi del Passel, Angrogna.

SOLO PER I TUOI OCCHI

Il Signor EmmeGi riflesso negli occhi di sua figlia dal nome corto ma dai molti sorrisi.

sabato 1 gennaio 2011

L'ANNO TREDICESIMO SENZA...

Inizia oggi il tredicesimo anno senza il negozio di dischi di Sibille a Torre Pellice; ho recuperato alcune foto del brindisi di chiusura, la sera del 31 dicembe 1998.