Due valli più in là si sta giocando una partita importante. Un movimento di popolo, di gente, normale. Non pochi, non facinorosi. Chi ci va regolarmente me la racconta così. Aspettano. Dicono che tra poco arriveranno e gli faranno male.
Ma gli conviene, andare e fargli male? Useranno l'esercito, la polizia, contro la gente? In realtà io credo che stiano esitando, nessuno vuole prendere in mano la patata bollente.
Certo, subito li scaccerebbero. Ma poi, sarebbe davvero una vittoria?
C'è una lettera. Di una nonna della Val Susa.
Dice così:
"Caro Piero Fassino,
sono una vedova ottantenne, militante NO TAV e fino a poco tempo fa iscritta DS a Rivoli. Abito a Villarbasse da sola perché mio marito è deceduto meno di due anni fa. Dopo la tua recente comparsa al TG regionale, in cui ribadivi seccamente la volontà del PD e tua personale di forzare assolutamente la resistenza dei NO TAV all’inizio dei lavori per il TAV, sia con la forza pubblica sia con l’intervento del pur esecrato governo con l’esercito, ho sentito di doverti dire qualcosa. Già mi aveva amaramente delusa a questo riguardo la posizione in generale del tuo, e prima anche mio, partito per decenni. Da te però non mi aspettavo la durezza che hai dimostrato poiché tra i politici credo tu sia tra i pochi che conoscono la Valle di Susa, da dove trai le tue origini, nella sua conformazione fisica e nel sovraccarico già ora di ferrovia, autostrada, due strade statali. I tuoi genitori sono sepolti nello stesso cimitero dei miei e recentemente anche di mio marito. Tuo padre, che ha rischiato la vita da partigiano proprio in questo pezzo di Piemonte, forse sarebbe anche lui insieme agli oppositori dello scempio distruttivo, deleterio, costoso e inutile che si vuole fare. (continua)
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