Il corridoio che porta alla sala operatoria misura dai 75 ai 79 passi. A seconda che la traiettoria sia dritta o "a onda", a seconda che i passi siano più o meno lunghi. A seconda della lucidità di chi guida i piedi. In quella mezz'ora l'ho percorso alcune (...) volte, dal conto dei passi non mi è mai uscito lo stesso risultato. Per il primo quarto d'ora l'ho percorso tutto, in uno stato d'animo che sfiorava la calma (dopo il risveglio brutale, i minuti convulsi prima di partire, le gocce di sangue sul pavimento, l'ennesima corsa in macchina, le 4 frecce, gli abbaglianti per fare spostare gli idioti dal centro strada, ecc, ecc.). Guardavo fuori dalle finestre, mi gustavo il fascino dell'ospedale immerso nel silenzio, guardavo le luci sulle montagne, i lampi. Nell'ultimo quarto d'ora il tragitto si è accorciato, mi allontanavo sempre meno dalla porta dalla quale sapevo che sarebbe uscito il mio futuro. Gli sguardi all'orologio sono diventati intensi. A un certo punto mi sono piantato fermo con l'orecchio puntato verso quella porta e gli occhi chiusi, perchè mi era sembrato di sentire un pianto. Ci avevo azzeccato. Erano i primi "Boia Faus, ma qui fuori fa freddo!!" di mia figlia. Dopo qualche minuto è comparsa l'angelo M., che spingeva un carretto con Noa all'interno, tutta sporca.
E' iniziato il viaggio.
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