Dal nostro arrivo
il gruppo di bambini residenti in casa conta sette membri, di età variante tra
i 14 anni di Linda e l’anno di Kenza; tra di loro ci sono Noa, 2 anni, Hanin 3
anni, Blanca 6 anni, Hassin 9 anni e Fehdi 12 anni; la situazione è più o meno
stabile, e non viene troppo influenzata dal fatto che Blanca si rivolge a tutti
in italiano; le tre più piccole non la capiscono a prescindere, dei tre più
grandi, Linda è timida e di solito sta zitta, Hassin se ne fotte, l’unico che
la capisce e le risponde anche (oltre a tradurre per gli altri) è Fehdi. Ma
Blanca va avanti serena. Dai sette presenti di base si arriva però facilmente a
dieci o undici quando ci sono cugini o amici
degli amici.
La situazione
dell’ordine pubblico però precipita quando si forma l’anonima piccolini; ciò
capita quando arriva in casa il cuginetto Youssef, di anni tre. Costui sembra
ripercorrere le gesta del cugino Hassin, sul quale ho speso tempo e parole, in
particolare negli scritti del 2009. La banda è composta da Kenza, Noa, Hanin,
Youssef e Blanca. Ma gli effetti nefasti sulla pace domestica si diffondono presto
a tutti, adulti e piccini. Chi appiccia l’incendio di solito è Youssef, seguito
a ruota dagli altri, lo schema tipo è qualcosa del tipo: Youssef picchia Kenza,
Blanca interviene in sua difesa e se ne prende uno da Youssef, quindi Blanca ne
ficca due a Youssef per vendetta; arriva Hassin che picchia il cugino Youssef
per difendere anche lui la più piccola, quindi giunge Fehdi che picchia
Hassin,nel quadro di un conflitto a bassa intensità che è praticamente
permanente; nel frattempo Kenza piange, Noa e Hanin urlano, così, tanto per
vedere l’effetto che fa.
Di solito devono
intervenire almeno tre adulti (fra italiani e tunisini) per riportare la calma,
tra urla e qualche schiaffone, forma educativa sulla quale qui non si lesina.
Va però detto che con la stessa facilità con cui in famiglia possono volare
schiaffoni (ma Hassin ne intercetta da solo almeno il 92-93%) c’è qui una
grande tenerezza nei confronti dei bambini, molto più che da noi. Non a caso,ad
esempio, le mie figlie adorano entrambe Nabil, padre di 4 dei 7 residenti
fissi. Al nostro arrivo all’aeroporto Blanca lo ha abbracciato come non ha
fatto con nessuno; Noa se lo è studiato per qualche giorno, ora gli va incontro
con le braccia in alto, gridando “Bilil!”
Quando andiamo al
mare con bambini della famiglia (e\o cugini, amici, ecc), la partenza è
preceduta da un briefing di minacce e raccomandazioni da parte degli adulti nei
confronti dei bambini. Manco a dirlo, è Hassin l’obiettivo principe delle
parole dei grandi. Per strada, le regole italiane sulla portata massima di
persone su di una macchina sono qui completamente ignorate, sia dai tunisini
che dagli italiani.
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