Abbiamo
dovuto chiedere aiuto attraverso la Prefettura ai Sindaci della
provincia per poter dare una dignitosa sepoltura alle ultime 11
salme, perché il Comune non aveva più loculi disponibili. Ne faremo
altri, ma rivolgo a tutti una domanda: quanto deve essere grande il
cimitero della mia isola?
Non
riesco a comprendere come una simile tragedia possa essere
considerata normale, come si possa rimuovere dalla vita quotidiana
l’idea, per esempio, che 11 persone, tra cui 8 giovanissime donne e
due ragazzini di 11 e 13 anni, possano morire tutti insieme, come
sabato scorso, durante un viaggio che avrebbe dovuto essere per loro
l’inizio di una nuova vita. Ne
sono stati salvati 76 ma erano in 115, il numero dei morti è sempre
di gran lunga superiore al numero dei corpi che il mare restituisce.
Sono
indignata dall’assuefazione che sembra avere contagiato tutti, sono
scandalizzata dal silenzio dell’Europa che ha appena ricevuto il
Nobel della Pace e che tace di fronte ad una strage che ha i numeri
di una vera e propria guerra. Sono sempre più convinta che la
politica europea sull’immigrazione consideri questo tributo di vite
umane un modo per calmierare i flussi, se non un deterrente.
Ma
se per queste persone il viaggio sui barconi è tuttora l’unica
possibilità di sperare, io credo che la loro morte in mare debba
essere per l’Europa motivo di vergogna e disonore. In tutta questa
tristissima pagina di storia che stiamo tutti scrivendo, l’unico
motivo di orgoglio ce lo offrono quotidianamente gli uomini dello
Stato italiano che salvano vite umane a 140 miglia da Lampedusa,
mentre chi era a sole 30 miglia dai naufraghi, come è successo
sabato scorso, ed avrebbe dovuto accorrere con le velocissime
motovedette che il nostro precedente governo ha regalato a Gheddafi,
ha invece ignorato la loro richiesta di aiuto. Quelle motovedette
vengono però efficacemente utilizzate per sequestrare i nostri
pescherecci, anche quando pescano al di fuori delle acque
territoriali libiche.Tutti devono sapere che è Lampedusa, con i suoi
abitanti, con le forze preposte al soccorso e all’accoglienza, che
dà dignità di esseri umane a queste persone, che dà dignità al
nostro Paese e all’Europa intera.
Allora, se
questi morti sono soltanto nostri, allora io voglio ricevere i
telegrammi di condoglianze dopo ogni annegato che mi viene
consegnato. Come se avesse la pelle bianca, come se fosse un figlio
nostro annegato durante una vacanza".
Giusi Nicolini
Giusi Nicolini
Seguite il blog di Gabriele Del Grande www.fortresseurope.blogspot.it
Nessun commento:
Posta un commento