Alle 7 lascio la macchina giù alla
curva del bosco e vado a piazzarmi. Cerco un po', fino a trovare un
posto che mi pare adatto, la visuale è buona sulla zona in cui li
vedo sempre dal cortile. E subito scopro perchè quest'anno sono
sempre qui. Sotto gli alberi c'è un gran mucchio di mele.
E' quasi buio, ancora, scruto con il
binocolo, ma non vedo niente. Ad un certo punto mi pare di scorgere
qualcosa lassù in alto, nella luce fioca. Lui, invece, deve avermi
visto benissimo. Lancia forte e ripetutamente il suo bramito, quel
misto tra un cane che abbaia ed un maiale che grufola. E' il
capobranco, richiama gli altri che stavano scendendo verso la zona di
prato ai cui margini mi sono appostato. Si è appostato in una zona
da cui domina tutto il prato, per controllare la presenza di
eventuali pericoli. Così loro tornano indietro. Ci sono tutti,
quest'anno sono sette. Da una parte sono contento per averli visti
tutti in una volta, dall'altra sono deluso perchè se ne sono andati.
Trascorre quasi un'ora, con il binocolo
batto tutto il prato e i margini del bosco, niente. C'è un discreto
traffico di uccelli, un picchio coloratissimo mi passa vicino, ma è
troppo veloce perchè possa fotografarlo.
Mi pare di avere imparato la visuale a
memoria, tante sono le volte che ho fatto su e giù con il binocolo.
Ad un certo punto i miei occhi registrano qualcosa. Lassù è
comparsa una macchia bianca. Un esemplare, mi pare piccolo, scende
piano piano verso il fondo del prato, poi sparisce. Ricompare un
minuto dopo seminascosto dietro un albero. E' comparso anche un altro
esemplare, per qualche minuto mangiano le mele, sono quasi del tutto
nascosti dagli alberi e dai rovi. Se non si spostano un po' non
riuscirò a fare nessuna foto decente.
Dopo un momento si avvicina anche la femmina adulta, per un po' mangiano insieme, poi lei si sposta verso su, supera un albero, e si volta verso di me. Mi ha visto, l'ho capito benissimo. Restiamo un bel momento a guardarci, io attraverso il mirino della macchina fotografica. Lei mi scruta per capire se sono un pericolo.
Si avvia verso la parte alta del prato, ma fa solo pochi passi, poi torna indietro e si rimette a guardarmi. E' arrivata anche la giovane femmina. Che è decisamente più curiosa, infatti si avvicina piano piano verso di me. Ogni tanto blocca una zampa a mezz'aria, immobile. Come immobile sono io. Mi fanno male le braccia, bloccate in una posizione innaturale, ma non mi muovo nemmeno se viene il terremoto. Sono istanti magici. E' un incontro, non sono solo io che guardo loro. Ci guardiamo. Fratelli di curiosità.
E' arrivato il maschio giovane, anche lui mi guarda, accanto alla femmina adulta, che ancora una volta pare volersene andare. Poi di colpo si blocca, torna indietro e guarda alla mia sinistra. In effetti da qualche momento non vedo più la giovane femmina. Però ora la sento, o meglio sento il rumore degli zoccoli sul terreno. Ha fatto il giro da più in basso, per arrivare più vicino a me, sapendo di non potere essere vista durante lo spostamento. La sua testa spunta dall'erba, è vicina vicina. Vorrei urlare dalla felicità. Riesco a scattare a ripetizione, sperando che almeno una venga bene.
La femmina adulta richiama la giovane
incosciente. Lei e il giovane maschio si allontanano verso l'altro
lato del prato, dalla parte opposta alla mia. La femmina adulta si
ferma ancora un momento accanto all'albero. Lancia un paio di
bramiti, mi sgancia un'ultima occhiata e saltella via pure lei.
Ora posso piangere lacrime di gioia.
4 commenti:
Queste foto mi ricordano l'incontro del piccolo principe con la volpe...
"Buon giorno", disse la volpe.
"Buon giorno", rispose gentilmente il piccolo principe, voltandosi: ma non vide nessuno.
"Sono qui", disse la voce, "sotto al melo..."
"Chi sei?" domando' il piccolo principe, "sei molto carino..."
"Sono una volpe", disse la volpe.
"Vieni a giocare con me", le propose il piccolo principe, sono cosi' triste..."
"Non posso giocare con te", disse la volpe, "non sono addomestica".
"Ah! scusa", fece il piccolo principe.
...
"Che cosa vuol dire addomesticare?"
...
"E' una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami..."
"Creare dei legami?"
"Certo", disse la volpe. "Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l'uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo".
....
"La mia vita e' monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio perciò. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sara' illuminata. ....
E poi, guarda! Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me e' inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo e' triste! Ma tu hai dei capelli color dell'oro. Allora sara' meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che e' dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano..."
La volpe tacque e guardo' a lungo il piccolo principe:
"Per favore... addomesticami", disse.
"Volentieri", disse il piccolo principe, "ma non ho molto tempo, pero'. Ho da scoprire degli amici, e da conoscere molte cose".
"Non si conoscono che le cose che si addomesticano", disse la volpe. "Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!"....
Cosi' il piccolo principe addomestico' la volpe.
E quando l'ora della partenza fu vicina:
"Ah!" disse la volpe, "... piangerò".
"La colpa e' tua", disse il piccolo principe, "io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi..."
"E' vero", disse la volpe.
"Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
"E' certo", disse la volpe.
"Ma allora che ci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano".....
Bravo!La sofferenza fa diventare la bellezza ancora piu bella.
Grazie per questo bellissimo regalo, non è emozionante come esserci stati, ma è comunque molto intenso!
Penso tu posssa sceglierne due o tre e mandarle all'Eco per la foto della settimana. Bravo!
Bello! è quello che mi manca di Angrogna...qui al massimo posso vedere da vicino qualche madama del centro di Luserna!
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