sabato 28 dicembre 2013

COME TE NESSUNO MAI

In un clima di delirio collettivo si è svolta qualche sera fa la tradizionale cena natalizia dei seguaci di Attilio Sibille, Guru e guida spirituale di svariate generazioni di giovani in Val Pellice (potete approfondire la conoscenza dell'allegro gruppetto sul sito http://www.memoryfdc.blogspot.it/).





 La serata si è di fatto risolta in un "one man show" di un misterioso personaggio di origine Sassarese, ex carabiniere motociclista, ex guardiano notturno sonnolente, con trascorsi di radio tecnico volontario ed estemporaneo riparatore nella bottega dello zio Attilio, da tempo residente nella ridente vallata, dove nel frattempo è diventato seguace di Radio Maria, dimostrando in questo senso un notevole spirito di "Bastian contario" rispetto al contesto barbetto.
 

Sfoggiava una delle numerose camicie monocolore risalenti ai tempi della Fiat, un presunta rasatura, una parlantina sciolta, ma soprattutta una impressionante capacità di governare il pubblico, dando e togliendo la parola con gesti sobri ma imperiosi. A tratti si è sfiorato il dramma, con numerosi partecipanti incapaci di continuare ad alimentarsi, che si trattenevano le trippe doloranti dalle risate. Anche tra i più tenaci si è visto qualcuno cercare di mettersi le mani nei capelli, dimenticandosi di averli da tempo perduti. Qualcuno è uscito a riprendere fiato, emotivamente devastato dalla incredibile sequela di puttanate che si acoltava nella sala, deserta di persone normali. Particolarmente penosa la serata di un amico originario della valle, da tempo abitante nella grande mela il quale, con perfidia, è stato fatto accomodare accanto all'artista sardo. Ha promesso di non tornare mai più.


E' quindi passato in secondo piano il mostruosissimo capo di abbigliamento sfoggiato da uno dei partecipanti, e pronipote di un maglione con gli asterischi che molti dei presenti ancora ricordano con orrore. Peccato, avrebbe meritato un nutrito lancio di oggetti.


venerdì 20 dicembre 2013

ABBASTANZA DA FARNE UN LIBRO...

Nei giorni scorsi sono successe delle cose. Qui intorno, ma non solo. Io ho avuto delle brutte sensazioni. Credo che sia stato un segnale, ora vedremo se e come chi ha la responsabilità di guidare la barca saprà coglierlo. In caso contrario mi chiedo quale sarà il prossimo.
Nel mio piccolo ho raccolto alcune idee da persone che conosco, e che hanno detto la loro, da posizioni anche diverse. Ho creduto giusto fare circolare quelle opinioni. Per mia scelta i nomi e le località sono mascherati da sigle o nomi fantasiosi, o sostituiti da "Omissis". 
Perchè? Boh.

STIMOLO UNO (Signor A.B., lavoratore dipendente, terzo settore)
Ma mi chiedo, 
quando mai il nostro stato democratico è stato così debole?
quanto ci abbiamo messo ad arrivare a questa situazione e quanto ci vorrà per recuperare?
cosa posso dire ad un manifestante per convincerlo a sospendere i blocchi, a parte il fatto che devo fare un giro della madonna per andare a lavorare, e sono un povero (omissis - parolaccia piemontese) come lui? 
come mai il leader della protesta è (omissis), che sarà uno dei commercianti più ricchi di Panettonia? cosa ci guadagna?
perchè la polizia picchia ovunque, in Val Susa, allo stadio... e a questi invece non dice un cazzo?
E'solo una fiammata o l'inizio di qualcosa di preoccupante?
Quanta gente si è immediatamente unita a questa protesta anche se fino al giorno prima non ne sapeva niente?
Di quanto sono aumentati quelli che non hanno niente da perdere?
Cosa ne pensa Sibille di tutto ciò?
Buonanotte
STIMOLO DUE (Signor EmmeGi)
Probabilmente tra un pò di tempo sorriderò rileggendo queste righe, scritte dalle dita su ordine della pancia. Perchè non ho ancora la testa fredda per fare una specie di analisi di quanto successo qui intorno nei giorni scorsi. Beato chi riesce ad essere così lucido da scrivere analisi mentre si è in mezzo al casino. Chiarisco che non mi riferisco a A.B. che ci ha scritto.
Quello  che posso dire è che ho avuto delle brutte sensazioni, come mai avevo avuto. Siamo stati in ostaggio.
Probabilmente è la paternità, questa è stata l'ennesima prova che dopo che hai dei figli cambi il modo di vedere le cose. Bella fregatura...
Penso ci fosse di tutto in mezzo a quelle manifestazioni, ma non ho mai pensato che il problema fosse quello della circolazione stradale, piuttosto di che cosa può diventare una cosa che nasce, in parte, sulla base di motivazioni anche comprensibili (è assurdo pagare in anticipo l'IVA 2014 su un giro di affari fatto nell'anno 2013, che non è detto che riuscirai a confermare, ma è solo un esempio). Alcuni episodi di stampo chiaramente squadrista che sono capitati, anche a meno di 20 km da casa mia, mi hanno inquietato, mi hanno dato la chiara sensazione che il fascismo può essere solo lì, dietro l'angolo. Non avevo questa consapevolezza, ora è molto sgradevole averla. E in ogni caso un altro cittadino che ha gli stessi miei diritti non può fermare la mia macchina pretendendo di sapere dove vado, ed imponendomi la sosta o concedendomi di passare, è un sopruso inaccettabile.
Certo, potrebbe essere stato una prova, un segnale, un modo di contarsi, o cose simili. Ma non rincorro chi vuol fare complottismo.

L'unica cosa che mi è chiara è che ora serve una riposta da parte delle istituzioni, quelle "alte" che mai sono state così in basso. Da oltre vent'anni la barca va sempre nella stessa direzione, indipendentemente da chi la guida (ma chi la guida la barca, in realta?!) La ricetta che viene applicata per tirarci fuori dalla situazione in cui siamo è la stessa che ci ha portato in tale situazione. E' evidentemente un assurdo. E' una barbarie che, in nome del dogma indiscutibile del liberismo sia stato ridotto un paese europeo nella situazione in cui versano i greci, i quali hanno fatto del male soprattutto, se non quasi solo, a loro stessi. Usando un rigore simile, cosa avrebbero dovuto fare le nazioni vincitrici della seconda guerra mondiale ai tedeschi?!
Peraltro ho trovato positivo il momento di ieri mattina al ponte di Bibiana, al quale ho voluto fortemente partecipare e nel quale ci si è parlati civilmente tra persone con visioni diverse, tra chi mi ha venduto la mia cara bici elettrica ed il sottoscritto che l'ha comprata ed ora felicemente la usa, ad esempio.
Leggo in queste ore con molto piacere che il dialogo continua. Ma non è al venditore di bici di Luserna che sono rivolte le mie preoccupazioni.
Anzichè essere il muratore a complicare la vita al lavoratore dipendente sbarrandogli la strada occorrerebbe andare insime ad assediare la Regione Piemonte ruggendo tutti insieme per giorni e giorni "dimissioni!" fino a farli cedere. Quella si che sarebbe un  vittoria del "popolo", che siamo tutti. Ciao.


REAZIONE UNO (Signor C.D., lavoratore dipendente, terzo settore)
In questi giorni con Marcello abbiamo scambiato alcune opinioni riguardo quanto stava succedendo intorno a noi, vicino a noi questa volta, e quindi le emozioni erano più vive, più palpabili. Anche io, come Marcello, ho riflettuto sulla mia condizione di padre, e su come questa influenzi il modo di vedere, di percepire i fatti che ci circondano...bella fregatura, concordo! Per la prima volta mi sono sentito veramente vicino a qualcosa di brutto, di cupo. Da Comunista ho sempre discusso di fascisti e dittature, ma sempre su di un piano teorico o, nelle peggiori siutazioni relegandolo a qualche sparuto gruppeto di nostalgici! Questa volta, invece, l'impressione è veramente stata che l'uomo nero potesse essere lì dietro ad una rotonda! Ma, e Marcello lo sa perchè di quelli che stanno leggendo la mail è quello che meglio mi conosce, ho il vizio di analizzare le cose, rileggendo la storia e, questa volta stimolato anche dalle domande di A.B., ho trovato queste due citazioni, che non danno delle risposte ma forse ci aiutano a riflettere.
La prima dice. "La vera libertà individuale non può esistere senza sicurezza economica ed indipendenza. La gente affamata e senza lavoro è la pasta di cui son fatte le dittature" (Franklin Delano Roosvelt)
...e direi che qui c'è già molto, la crisi mondiale ha, prima, levato le sicurezze economiche e non solo, ha limitato l'indipendenza del singolo ed ora sta stringendo le sue maglie, lasciandolo senza lavoro e portabdolo letteralmente alla fame.
La seconda dice "Il fascismo è il capitalismo in decomposizione" (Lenin - Vladimir Ilyich Ulyanov).
E questa risponde almeno in parte alla domanda "quanto ci abbiamo messo ad arrivare a questa situazione e quanto ci vorrà per recuperare?" non risponde a "quanto" ma dice da quando, e la risposta è "da quando l'uomo ha fatto del capitale e del consumo i suoi idoli, ed ora che il mondo è saturo di cose inutili, i lsistema collassa!"
Ora più che mai dobbiamo uscire dalle nostre stanze, capire dove ognuno di noi ha sbagliato: Dare la colpa a questo o a quello (ammesso che sia mai servito) ora non serve più! Dobbiamo recuperare i valori, quelli veri e farlo in fretta, prima che qualcuno cavalchi le nostre debolezze.
Scusate lo sfogo e grazie per l'attenzione.



REAZIONE DUE (Signor E.F., lavoratore dipendente, industria o simili. Unico degli intervenuti a vivere in un altra regione)
Sto seguendo indirettamente con (Omissis) quello che sta avvenendo lassù. Qui, ad Adriatica, sembra di stare in un altro mondo: non è successo niente, nessun blocco, nessuna protesta. Devo dirti che, da quando frequento Panettonia, ho sempre visto una grossa differenza tra qui e lì: qui si dorme di più, si prende la vita diversamente e con meno affanni; lì invece c'è molta partecipazione, ogni domenica sotto i portici ci sono banchetti del PD, SEL e bla bla bla (ma mai della destra, sia chiaro!). Insomma sull'impegno politico non c'è partita. Anche se poi i risultati sono gli stessi: il governo centrale (Letta, per intendersi) ce l'abbiamo noi come ce l'avete voi. Sulla regione, se possibile, attualmente state messi peggio voi...ironia del destino. Sulle proteste di questi cazzo di forconi io la mia idea me la sono fatta ed è grosso modo come la tua. L'altra sera ho parlato con (Omissis) dicendole che anch'io ho paura. Ed ho paura soprattutto perché, in questo momento, ci sarebbe anche il leader populista a disposizione per raccogliere le varie incazzature. Questo leader è quel pazzo criminale di Beppe Grillo...che dio lo fulmini. C'è gente disperata, questo non lo nega nessuno. Più o meno come noi. Solo che, dal nostro punto di vista, stanno dalla parte sbagliata perché sono dei fasci. Sono giorni che mi chiedo, ma se avessero avuto le bandiere con falce e martello, staremmo qui a scandalizzarci lo stesso? non lo so. Tornando a loro: credo che tanti siano poveracci perché hanno fatto il passo più lungo della gamba: si sono voluti comprare casa accendendo un mutuo senza poterselo permettere, si sono indebitati finanziando l'acquisto di una TV da 1 milione di pollici e di una macchina fuori misura. E adesso giustamente non ce la fanno a pagare...io sai cosa gli direi a questi: cazzi vostri. Io le tue cazzate non le pago! Io se non posso mermettermi un auto, non me la compro e sono a casa con una TV che ho comprato dieci anni fa... E poi il leader dei forconi, quello salito sulla Jaguar...un ex imprenditore indebitato non si sa bene per quali ragioni. Ecco, questi sono pericolosi perché sono lontani da noi. Giusto il tuo auspicio "mettiamoci insieme e facciamo dimettere Cota" ma tanto non si avvererà mai e siamo qui, quindi (io stesso eh), a fare una guerra tra poveri. E, se possibile, è questa la cosa più pericolosa...perché fa il gioco di quella classa che invece dovremmo "combattere" per dirgli che ci siamo, i politici. Questa protesta non va da nessuna parte. Questa protesta non va da nessuna parte perché il problema dell'Italia non è lo stipendio dei politici, o Cota che compra le mutande, o le auto blu o le provincie Questo è diventato un argomento per prendere voti...Renzi ci vincerà le prossime elezioni e Grillo pure. Nessuno che dica come risolvere il problema degli ospedali che chiudono, nessuno che ci racconti come fare con le scuole, nessuno che ci sappia dare una soluzione per il problema dell'occupazione che non sia la cassa integrazione. Queste sono le cose che, in prospettiva, affameranno i nostri figli....e noi che facciamo? andiamo dietro a quattro idioti... Ecco come la vedo io. Ecco perché guardo le immagini di Panettonia e mi viene da dire che sono tutti ridicoli: i Forconi con questo cazzo di (Omissis) e anche l'ANPI che fa la manifestazione al Municipio. Per non parlare di quel democristiano di (Sindaco di Panettonia). Sono tre parti che si scontrano mentre a Roma fanno il cazzo che gli pare e Renzi convoca la segreteria del partito alle 7.30 per poi chiedere a Cuperlo di fare il Presidente PD. E andiamo...
 Ciao Amico Mio. Scusa lo sfogo ma mi hai dato una preziosa occasione per mettere un po' in ordine dei pensieri.

 REAZIONE TRE (Signora G.H., libera professionista)
Caro Marcello, ho deciso che ti scrivo. Non sono venuta giovedì mattina perché avevo un impegno con altre persone che, all'ora in cui ho ricevuto la comunicazione, non sono più riuscita a contattare per provare a spostarlo. Ma anche perché francamente mi sta stretto il fatto che la protesta venga analizzata solo con una diagnosi di fascismo. Che sicuramente c'é: il 9 dicembre assume anche queste preoccupanti tonalità, lo abbiamo visto, lo vediamo ancora in questi giorni.
Troppo comodo e semplice però risolverla così, rischia di essere un buon modo per rimanere nelle proprie certezze, definizione di un "cattivo", e via. La gente, la gente come me, non ne può più. Il riferimento della mail precedente al fatto che protesta chi é ricco conferma la visione distorta della realtà circa il mondo del lavoro che la sinistra continua a coltivare. Non si vuole capire, perché fa comodo, e non se ne parla salvo rari casi (qualche volta il Corriere della Sera, guarda caso....), del fatto che il mondo del lavoro é cambiato. Ci sono i disoccupati, ci sono i giovani, ci sono gli ultra50enni con il culo per terra, e non c'é solo il lavoro dipendente. E il lavoro indipendente, da anni ormai, ma nessuno, o pochi, vogliono accorgersene, non sono solo gli avvocati, i notai, ecc. ecc., e non sono solo i ricchi commercianti, ma tante piccole partite IVA, per scelta o per necessità, parliamo di milioni di persone. E' per i giovani anche la strada per crearsi una occupazione, qualcuno si ritrova in un ricatto in questo senso, piccole aziende che obbligano a prendere la partita iva per non assumersi il rischio di un'assunzione. Ma é una parte, non si vuole vedere, e si coltiva l'ormai improbabile sogno del lavoro dipendente, di cui una sola parte tra l'altro é tutelata dallo statuto dei lavoratori, perché anche nell'impresa sotto i 15 dipendenti di tutele non ce ne sono.Non si vuole prendere in considerazione che può essere una scelta che ti permette di lavorare con la qualità che vuoi tu, e non con tempi e limiti imposti da un servizio pubblico che in certi situazioni (parlo del mio settore di lavoro) ti impone di lavorare con ritmi e tempi che rendono difficile una buona qualità di presenza nella relazione d'aiuto. Scelte di indipendenza non sono solo economiche, anzi, c'é molto da perderci. C'é una sperequazione nel lavoro autonomo e libero professionismo che fa paura, e che alimenta una rabbia forte, io sono arrabbiata nera. Nessuno ne parla, pochi, ma giusto per fartene un'idea: un libero professionista con l'ordine professionale paga all'Inps grosso modo il 14%, più il 4% alla cassa previdenziale del suo ordine professionale (non so se sia diverso e quanto a seconda degli ordini, ma grosso modo é così); un dipendente part time o un pensionato ex dipendente che ha la partita iva ne paga il 18%; un commerciante il 21%, un lavoratore autonomo il 24% (o viceversa, non ricordo); un libero professionista ne paga il 27,75%, con una progressione prevista dalla legge Fornero di 1 punto annuale fino a raggiungere il 33,75% tra 4 anni. C'é una diatriba che non sto qui a dirti sul fatto che questi ultimi (tra cui la sottoscritta) paghino in proporzione più dei dipendenti, ma a parte questo (dibattiti infiniti su quali siano i parametri che permettono di confrontare due realtà così diverse), sta di fatto che chi é iscritto alla cassa gestione separata Inps non riceve in cambio nulla, nulla, zero tutele, e una pensione che si sa sarà la minima (il lavoro autonomo é sotto il regime contributivo già da diversi anni). N.B. il mio reddito si aggira sui 25.000/27.000 € lordi, quindi di soldi all'Inps ne dò un bel pò, fai il conto percentuale. Spero di non ammalarmi, perché non ce la faccio a pagarmi una assicurazione sanitaria privata, sono fortunata perché ho il marito con il lavoro sicuro e lo stipendio fisso, spero di non divorziare da lui, perché con la mia pensione sarò povera (eppure il mondo del lavoro lo conosco da quando ho 14 anni).Gli ultra 50enni nella mia condizione si trovano in questo paradosso: giustamente, i giovani hanno una agevolazione per cui fino a 35 anni pagano un forfait di Irpef del 5% (parlo del lavoro come partita iva). Credo tu sappia che l'irpef normalmente si paga al 23% fino ai 18,000 € di reddito lordo, al 28 nella fascia seguente, e così via. Dunque, tu immagina quando enti pubblici danno incarichi facendo bandi, la cifra che può chiedere un giovane e quella che può chiedere un 50enne: io ho una tassazione irpef più inps più addizionali regionali e comunali che rasenta il 60%. Giustissimo dare condizioni ai giovani, non lo metto nemmeno in questione, ma vogliamo pensare ogni tanto a cosa produce tutto questo? I liberi professionisti della cassa gestione separata inps (cioé quelli senza ordine, a cui appartengono anche i cocopro, ma a loro sono state estese le tutele in caso di perdita di lavoro) sono chiamati le galline dalle uova d'oro dell'inps. Perché in cambio non hanno nulla (hanno esteso ultimamente qualcosa per la maternità, una miseria che tra l'altro spesso é difficilissimo ottenere, e se ho capito bene per la mutua, vincolata a quanto hai pagato nel corso dell'anno, ecc.: il massimo che puoi ricevere per malattia domiciliare, dopo i primi 4 giorni, é 21 € e qualche centesimo al giorno, cioé se ti ammali di qualcosa di grave e devi stare a casa, se ti va bene un mese, ricevi al massimo, forse, se ce la fai a superare tutte le burocrazie, 400 € ca.. Con i soldi versati dalla gente come me pagano le casse integrazioni, coprono il buco pazzesco portato dall'Inpdap (cassa dei dipendenti pubblici): i soldi per i dipendenti pubblici avrebbe dovuto versarli lo Stato, che non l'ha fatto. Capisci perché nella protesta c'é anche il lavoratore autonomo che nelle fantasia collettiva, soprattutto di sinistra, rimane "il ricco"? Ora l'Inps si sta interrogando: ha perso (se non ricordo male, comunque si parla di cifre significative) 7 miliardi da questa fonte, quella della cassa gestione separata, perché in molti hanno chiuso, non ce la fanno. Io stessa sto valutando di chiudere per l'inizio della prossima estate, quando avrò chiuso gli impegni che dovrò fatturare, perché mi sono chiesta che senso ha che debba fare i prestiti quando a novembre devo pagare l'ultima rata delle tasse dell'anno precedente e l'anticipo per il prossimo: prestito se ti ritrovi una volta nella vita a realizzare un viaggio,  prestito per aggiornarmi e far riconoscere istituzionalmente competenze acquisite per farcela a lavorare fino a 68 anni  Mi riciclo, a quasi 60 anni, senza pesare sulla collettività, per trasformare il mio lavoro rendendolo compatibile con le energie dell'età. Allora: 1. so di esser comunque fortunata, mangio, dormo, riesco a pagare l'affitto e quindi ho un tetto sulla testa, e sono contenta della mia vita. Ho ancora l'energia e la forza di finire di lavorare tutte le sere alle 19,30/20, quando serve di sabato, di reggere la flessibilità che il mio lavoro mi richiede. E con tutto questo, voglio sia chiaro, e lo scrivo a te perché sono abbastanza sicura che su questo tu non abbia dubbi, nemmeno lontanamente giustifico la violenza, il fascismo. Ma non sono d'accordo che tutto venga ridotto a questo, rischia di essere un modo per non voler vedere che il mondo non é più solo quello che abbiamo vissuto, che avevamo in mente; un modo per rifiutare e negare i cambiamenti nel mondo del lavoro, e legittimarli. Io sono stufa di sentirmi dire, quando porto queste ragioni (ma tu sei il primo a cui le porto in forma più approfondita, articolata, seppure di pancia) "ma voi potete evadere". Riconoscimi i miei diritti come tutti lavoratori, e portami in galera se evado. Punto. Però basta con questa ambiguità molto comoda: se rivendico dei diritti, la risposta é che tanto posso evadere. Allora, é la giusitificazione ad evadere? Una affermazione implicita: tu non mi chiedere nulla perché puoi evadere? altra affermazione che desterebbe incazzature, ma é così: io posso evadere dalle tasse; il dipendente può evadere dal lavoro. Solo che se lo dici passi per una seguace di Brunetta, che dice tutt'altra cosa, cioé che i dipendenti sono dei fannulloni. Chiunque di noi abbia lavorato nel pubblico sa che é vero che lì il lavoratore può evadere dal lavoro, così come sa che ci lavorano persone appassionate, preparate, e poco riconosciute nella loro professionalità dal loro stesso datore di lavoro, lo Stato, l'Ente Pubblico. E' questo che non accetto più, Marcello: le generalizzazioni sono pericolose e difensive, perché così non si guarda dentro, non si guarda nelle pieghe della complessità, e si divide il mondo, le categorie delle persone, tra buoni e cattivi. No, così il mondo non cambia, così ognuno difende solo i suoi piccoli cosiddetti privilegi (i grandi privilegi sono da un'altra parte e sotto gli occhi di tutti). Paolo Hutter, giornalista de "Il fatto quotidiano", quindi al di sopra di ogni sospetto, ha scritto un articolo molto interessante su queste proteste, se riesco te lo mando. E poi, per chi vuole saperne di più delle acque in cui si trova il libero professionismo "piccolo" (forse bisognerebbe cominciare a sapere che esiste!!!), vai sul sito di ACTA (associazione terziario avanzato),  che cerca di rappresentarci, di far presenti queste questioni, di dire che la rappresentatività deve esistere per tutte le categorie di lavoratori, non solo per i dipendenti (certa sinistra sente tutto ciò come un sacrilegio..). Lì potrai comprendere e approfondire, a partire da quella donna che da anni paga i contributi Inps come libera professionista, malata di tumore, e che fa la sua battaglia per avere qualche tutela (quel minimo che le si dovrebbe): perché lei deve comunque continuare a pagare il suo anticipo, e trovare la forza di lavorare in qualche modo. Ti porto uno spicchio, il mio, ognuno ha la sua storia e la sua difficoltà. Non vorrei tu la vivessi come una lamentazione, perché ribadisco che mi ritengo una fortunata. Ho la salute, mi dico che se chiudo la partita iva, ho le risorse per fare altro, mi tiro su le maniche, ho fatto tante cose nella mia vita. Non é un muro del pianto, ma bisognerà ben a un certo punto uscire dagli stereotipi e conoscere tutta la realtà, tutta, non solo a spicchi, non solo quello che ci fa comodo quando siamo noi quelli tutelati. Tutto questo, Cello, sia chiaro che lo scrivo e lo dico con la consapevolezza, e portando negli occhi e nel cuore il pianto di quell'operaio, di quell'impiegata, o altro lavoratore, che ne rappresenta tanti altri, che non ce la fa ad arrivare alla fine del mese, vorrebbe dare di più ai figli e non può. Io non ho un conto in banca, non posseggo nulla, ma alla fine del mese ci arrivo. Lui no. Davvero, non mi fraintendere. Allora, no alla violenza, alle prevaricazioni, ai limiti alla libertà altrui. Però, guardiamo bene a chi c'é in queste proteste, non c'é solo il movimento del 9 dicembre. Ascoltiamoli, tutti quelli che sono e che stanno scendendo in piazza, ci sono giovani, adulti con i loro figli, anziani. Dissociamoci da chi porta modalità inaccettabili per la nostra società civile, però non neghiamo l'esasperazione e la disperazione, guardiamoci dentro,  riconosciamo e assumiamo la complessità.
 E, per fugare ogni dubbio, aggiungo che nonostante sia davvero più impegnativo sotto ogni aspetto lavorare come faccio da 12 anni come libera professionista, non ho alcun rimpianto e nessun pentimento rispetto alla scelta fatta, e questo nonostante le tutele e le sicurezze perse.
Mi sono permessa questa lettera di pancia perché sei tu, scusa lo sfogo, un abbraccio
P.S- E per fugare altri dubbi ancora, scorata e delusa, ma ancora voto questa sinistra dalla quale, per quel che riguarda il lavoro, non solo non mi sento rappresentata, ma nemmeno riconosciuta.....

 REAZIONE QUATTRO (Signor I.L., lavoratore dipendente, terzo settore)
Vi inoltro quanto ho scritto a (Assessore del villaggio) dopo la riunuone della settimana scorsa in municipio a Valpopoli:
Con la presente vorrei ringraziare te ed il comitato per aver convocato l'assemblea di ieri sera e per l'attività che effettuate.
In merito a quanto emerso nell'incontro vorrei farvi pervenire alcune mie considerazioni.
Il problema urgente era ed è, il ripristino della legalità ed il vigilare attentamente rispetto alla presenza di una destra PERICOLOSA ed eversiva all'interno e a fianco, dei manifestanti.
Mi permetto, però, di proporvi di continuare l'approfondimento della situazione guardandola da moltepilici angolature. Fatta la premessa relativa ai rischi della destra unitamente alle inquietudini generate da un atteggiamento apparentemente ""morbido" delle forze dell'ordine ritengo occorra fere dei distinguo.
Molte delle persone, penso la maggioranza, presente alle manifestazioni non è politicizzata, non è di destra (e neppure di sinistra...) ma appartiene a quella galassia di cittadini e cittadine provate dalla crisi e soprattutto esasperate da una classe politica, tutta, impresentabile e attenta soprattutto ai propri interessi o a quelli delle categorie (lobbies) che rappresenta.
Nessuna forza politica (ed in parte anche sindacale) tradizionale negli ultimi anni è riuiscita a farsi portavoce del malessere estremo presente nella nazione, nessuno ha saputo avvicinarsi alla sofferenza e a trasformarla in una istanza propositiva. La destra """democratica""" ha vissuto succube di Berlusconi e della lega, la sinistra si è dissolta in una marea di rivoli derivati da faide interne e non ha saputo assolutamente occuparsi di quella che dovrebbe essere la sua mission, ovvero le classi deboli della popolazione; spesso si è relegata a ristretti circoli di radical-chic benpensanti. Il centro sinistra, per 20 anni, ha cercato di contrastare Berlusconi senza essere propositivo e soprattutto senza contrastare il berlusconismo anzi spesso essendone contaminato. Negli ultimi due anni l'appoggio del centro sinistra alle larghe intese, al governo delle banche, della finanza, della Fornero, ha fatto si che larga parte della popolazione facesse di tutta l'erba un fascio; quanta gente in questi giorni ha protestato per i blocchi ma invitato a manifestare "a Roma" essendo nel parlamento la causa della attuale situazione? Se facciamo un giro per strada o leggiamo i commenti sui social network, mi sento di dire almeno i due terzi della popolazione.  Aggiungiamo il fatto che ne la sinistra ne il centro sinistra hanno fatto nulla per contrastare o diminuire i cossiddetti privilegi di chi fa politica di mestiere, i lauti stipendi di parlamentari e consiglieri regionali, anche se sono una goccia nella voragine, in questi anni di crisi non possono non far gridare alla ingiustizia.  
Il sottoscritto ieri si è recato alla assemblea solo perchè considera i sindaci e gli amministratori gli unici baluardi istituzionali credibili e presantabili in quanto volontari al servizio della collettività,  non ho più alcuna fiducia nelle altre istituzoni a partire dalle Regioni (non cito le province perchè le considero già defunte..).
Alle ultime elezioni ho votato 5 stelle (non Grillo sottolineo) alle prossime, salvo improbabili distinguo dei parlamentari dal loro leader non li voterò più, non voterò più, non ritirerò la scheda perchè non rappresentato da nessuno. Vi chiedo, però, nelle riflessioni future di considerare anche il fatto che, a modo loro, i 5 stelle rappresentano un argine istituzionale a quella deriva di destra che tutti tanto temiamo, ci immaginiamo cosa succederebbe se al posto loro un estremismo eversivo potesse avere così tanto successo?
Concludo ancora ringraziandovi e scusandomi per la lunghezza di questa mail, ma soprattutto vi invito a continuare il dibattito per cercare di capire le ragioni di chi scende in piazza anche per evitare che quelle ragioni vengano monipolizzate da chi, di colore nero, non vogliamo mai più rivedere.

 REAZIONE CINQUE (Signor M.N., lavoratore dipendente, settore pubblico)
Sottoscrivo tutte le riflessioni. Quanto poco ci vuole a scatenare gli estremismi eversivi e squadristi, e quanta gente, grazie all'ignoranza (non so se avete avuto il piacere di sentire di alcuni cittadini del comune di Periferopoli, raccolte da Santoro la settimana scorsa) vanno ed andranno al seguito di queste, per ora, minoranze. Come avete detto tutti possono essere il volano dell'intera protesta della gente che non ne può più dell'immobilismo, dell'incapacità, della malafede della nostrana corrotta politica, malcontento peraltro, mai interecettato da nessuna parte politica. Meno male che ora la nuova lega di salvini ci propone di uscired all'eruo e mandare a casa i Napuli. Finalmente qualcosa di originale.

P.S.: quando si ricomincia finalmente a parlare di calcio e di (Omissis - sinonimo di "Pilu")?

sabato 14 dicembre 2013

CAMBIO, IN TUO ONORE

Ciao Madiba, torno ancora a parlare con te. Per dirti che dopo 6 anni ho cambiato l'intestazione del sito. Immagino riconoscerai la frase che compare qui sopra sotto il mio nome.

Township di Khayelitsha, Cape Town, Sudafrica, marzo 2008

giovedì 5 dicembre 2013

CIAO MADIBA, COME SONO TRISTE...

Ricordo un brindisi a casa di un amico, per celebrare la tua elezione a presidente del nuovo Sudafrica. Ricordo di avere letto la tua autobiografia "Lungo cammino verso la liberta" proprio durante il primo dei due viaggi che ho avuto la fortuna di fare nel tuo paese che, per quella piccola parte che ho potuto vedere, trovo meraviglioso.
Il tuo nome è da anni la risposta che darei a chi mi chiedesse chi considero un eroe.
Da mesi avevo messo da parte l'articolo che segue, perchè trovo che ti renda giustizia
Ciao.

In un momento così drammatico è giusto ricordare in cosa consiste la grandezza di quest’uomo rispettato, ammirato e venerato in tutto il mondo fin dagli anni ottanta.
Prima di tutto bisogna citare i 27 anni di prigione (a lungo in condizioni durissime) scontati per essersi ribellato alla segregazione razziale in atto nel suo paese. In secondo luogo c’è l’assoluta legittimità della sua battaglia – inizialmente non violenta e successivamente armata – contro il regime di apartheid che aveva condannato i neri a vivere come paria nel loro stesso paese, dominato da una minoranza bianca che non riconosceva loro alcun diritto. In terzo luogo ci sono la forza, la dignità e il coraggio con cui ha rifiutato per cinque anni le offerte di liberazione e di un ammorbidimento delle condizioni carcerarie in cambio di un appello alla rinuncia alla lotta armata. Infine (e soprattutto) c’è l’impegno profuso per evitare, una volta avviati i negoziati con il potere bianco nel 1990, che la volontà di fondare stati separati degli zulu e della corrente più radicale della minoranza bianca spaccasse il Sudafrica scatenando una guerra infinita.
Prima ancora di diventare il primo presidente del Sudafrica democratico (nel 1994), Nelson Mandela ha portato sulle spalle il destino del suo paese, animato dall’ossessione di non lasciar morire la speranza di una transizione pacifica tra il non diritto e lo stato di diritto. Per questo motivo ha frenato l’impazienza dei suoi partigiani, ha dato tempo a Frederik de Klerk (l’uomo che lo aveva fatto liberare) di convincere la popolazione bianca che bisognava abbandonare l’apartheid e ha perfino negoziato con i movimenti più razzisti e violenti, fino a convincerli ad accettare l’ineluttabile: un uomo, una voce.
Queste quattro ragioni sarebbero più che sufficienti a giustificare il mito che circonda Mandela, ma c’è dell’altro. La vera grandezza di Madiba consiste nell’aver saputo oltrepassare il risentimento e aver convinto la maggioranza dei neri a fare lo stesso, e nell’aver compreso che la più grande delle vittorie non sarebbe stata la sconfitta dell’avversario ma la saggezza di saper guardare avanti e non indietro.
Dopo tanti anni di ingiustizie e violenze, i sudafricani avrebbero avuto tutte le ragioni per non voler vivere insieme ai bianchi e spingerli ad andarsene. Sarebbe stato umano, troppo umano, ma quali sarebbero state le conseguenze? Persone che si erano stabilite da tempo in Sudafrica e non avevano un’altra patria sarebbero diventate apolidi.
Sarebbe stata una nuova ingiustizia, e il Sudafrica si sarebbe privato di quegli insegnanti, imprenditori, agricoltori, operai e medici di cui aveva bisogno per sviluppare la sua economia e che erano cittadini sudafricani tanto quanto lo erano i neri. Nelson Mandela, invece, ha saputo perdonare e costruire un paese che oggi continua a crescere e sta diventando una nazione forte e unita nella diversità.
(Bernard Guetta, Internazionale, Giugno 2013)

martedì 3 dicembre 2013

A PESTARE NEVE FRESCA...


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 panorama a 180° dalla cima, dal Viso al Rosa; al centro il panettone del Monte Servin