1° settembre, Oum Dhouil.
Il Derby
Oggi pomeriggio si è svolto il
derby Oum Dhouil village contro El Maesra village, categoria
giovanissimi, partita amichevole. Sono andato al campo con Blanca,
perchè giocava il nipote di Monia, Fehdi, che è indiscutibilmente
il suo preferito (“e certo che mi piace, è il mio cugino
tunisino”); il risultato non è mai stato in discussione, perchè
gli avversari erano più grossi, più dotati tecnicamente, più
organizzati. L'unico fattore sul quale le due squadre si equivalevano
è stato quello delle urla durante il gioco, che peraltro si è
svolto senza scontri: semplicemente i giocatori si gridavano dietro
di continuo.
Il campo era in terra, con qualche
pietra qua o là, e molti cocci di bottiglia sia qua che là, specie
nella parte di campo accanto a dove eravamo seduti noi (dopo essere
stati cacciati a male parole da una Signora al pascolo delle pecore
che ci rimproverava di esserci seduti su un tronco. I bambini che si
sono allontanati con me mi guardavano come a dire “Ma a questa che
cazzo le ha preso?!”). Solo un paio di giocatori avevano scarpe da
calcio, gli altri no. Uno giocava con una scarpa ed un sandalo, che
volava via spesso e volentieri. Uno con la zazzera all'insù mi ha
ricordato il libero dell'Olanda Ruud Krol, giocava con degli assurdi
pantaloncini Bermuda a fiori, che mal si addicevano alla locale
tradizione machista; è venuto a chiedermi la foto della squadra.
Tutti sorridenti, è venuta bene.
Uno solo aveva la maglietta di una
squadra di calcio, tunisina. Il pallone aveva perso tutte le parti
colorate, era marrone con pezzi di cucitura che svolazzavano qua e
là. Nella squadra dei nostri, nonostante alcune individualità,
regnava il casino, specie all'inizio. I cambi erano frequenti (mentre
i vincitori hanno sempre giocato senza uscire), ma la musica non è
mai cambiata. L'amico Mohammed si è distinto per alcune parate
coraggiose, ma nulla ha potuto contro la superiorità degli
avversari. Il nostro Fehdi, pur avendola buttata dentro due volte ed
avere fatto alcuni buoni numeri, si è mostrato un po' timido.
La partita si è fermata per
l'intervallo, che buona parte dei nostri ha passato a salire sulla
traversa o ad appendersi alla stessa come scimmie, con l'evidente
obiettivo (centrato) di farsi fotografare dall'italiano. Ad un certo
punto è comparso un ragazzotto che ha fatto il suo ingresso in campo
in moto con aria di quello che “adesso sistemo tutto io”. Dopo
una mezz'oretta è andato via per la stessa via dalla quale era
arrivato. I nostri perdevano al suo arrivo e continuavano a perdere
alla sua partenza.
I più piccoli, tra i quali il
nipote di Monia, Hassin, e l'amico di banditismo Chokri, hanno
trascorso il tempo a bordo campo impegnati in attività varie: lotta
greco romana, impennate su bici più grandi di loro, lancio reciproco
di acqua e pietre, botte, schiaffoni, lacrime ed abbracci. Non si
sono registrati feriti. Risultato finale 10 a 4 per gli altri. O giù
di lì
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