Il Ramadan quest’anno è finito ad
agosto inoltrato. Ciò ha significato il ritardo della stagione dei
matrimoni, che di solito è appunto in quel mese. Perché durante il
Ramadan non ci si sposa. In questi giorni è normale quindi vedere
per le strade cortei di gente in auto o camionette, con musica
sparata a tutto volume e clacson che vanno a distesa. Siamo qui da 5
giorni e quasi ogni sera abbiamo si sentito la tipica musica
provenire da qualche casa del villaggio. La seconda sera siamo stati
ad un matrimonio, questa sera pure, e per il fine settimana ne è
annunciato almeno un altro, quello di Chakra, una delle cugine di
Monia, la ricordo ragazzina nel nostro primo viaggio del '92, quindi
oggi sarà fra i trenta ed i trentacinque. Si narra che sposi un
bravo ragazzo, gran lavoratore “et gentil aussi”, ci ha detto lei
stessa oggi pomeriggio, come a ricordarci che il fatto di trovare un
marito che sia anche uno comporta bene non è scontato.
Un corteo di auto matrimoniali attraversa il villaggio di El Mida
Comunque sia,
lo schema è questo: si arriva alla festa, le donne sono tutte
schierate, sedute le une accanto alle altre con le bambine ed i
bambini fino ad una certa età. I maschi sono a loro volta schierati
per conto loro, in un altro settore. Tutti sono seduti, e la musica
impazza ad alto volume, dal vivo se la famiglia è danarosa,
altrimenti è registrata e c’è un deejay. Non sempre si balla. E
comunque sia ballano solo le donne. All’arrivo degli sposi, anche
qualche uomo si mette a ballare, ma di solito si tratta di qualcuno
dell’entourage della coppia.
Io arrivo e comincio a chiedermi “e
adesso dove mi metto?, vado con i maschi, sicuro che nessuno mi
rivolge la parola? Che due palle… “O vado nel settore donne, così
sto vicino a mia moglie, tanto in quanto straniero posso essere
esentato dal regolamento? Però in questo modo chissà cosa
penseranno gli uomini arabi di noi maschi occidentali?” Di solito
decido che non decido, e me ne vado in giro per il cortile, con la
scusa delle foto. In realtà così posso osservare meglio.
(CONTINUA...)
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