sabato 25 gennaio 2014

"LE PERSONE NON FANNO I VIAGGI. SONO I VIAGGI CHE FANNO LE PERSONE" Cronaca di una giornata a casa di Paulina - Parte prima.

Dopo colazione Moni e Rose vanno a comprare carne e verdure che portano a casa di Paulina, la mamma di Rose. Io resto all'albergo con le bimbe, che giocano, litigano, fanno pace, si strappano i giochi e poi si abbracciano. Quando lei e Rose scendono dal minibus non sono sole. Un interminabile stuolo di bambini è con loro, ci metto un attimo perfino a contarli, sono 8, tutti nipoti di Rose, silenziosi ci guardano, hanno i vestiti della festa. Sono proprio belli. Vengono sul balcone dell'albergo e restano accanto al tavolo, ci guardano in un silenzio quasi surreale. Quando torna, Moni mi dice: “avrei pianto tutto il tempo”.Verso le 11 ripartiamo tutti e 15 sul minibus. La casa è vicina, forse 5 minuti da Ibanda; il paesaggio qui intorno è molto bello, agreste. Ai lati della strada sterrata ogni cosa è di un solo colore, tutto è coperto di polvere, ogni moto, auto o camion che passa, una nuvola. 


 La casa è decisamente povera, in terra e pali di legno, i pavimenti delle stanze sono pure in terra, l’acqua è fuori, non c’è la luce. In generale le abitazioni vicine sono mediamente così, qualcuna meglio qualcuna peggio. 


Subito passiamo dai vicini a salutare, la loro casa è poverissima, c’è una bella vecchietta che si affaccia dalla porta, con un espressione un po’ stupita, io non so chi sia un parente e chi no, così saluto tutti per non sbagliare. Davanti casa una piccola tettoria con il tetto in foglie di palma, dentro c’è un focolare, credo sia la cucina, poco lontano c’è una capra legata ad un albero con due capretti che tettano, Noa si siede incantata lì accanto a guardare, in terra bambini che giocano e cacche della capra.


 

Tutto intorno ci sono piante di Matoke, la banana salata che qui si mangia tantissimo. Andiamo verso la casa di Paulina, salutiamo tutti i parenti che sono in cortile, ci sono le sorelle di Rose che puliscono il matoke per il pranzo, un uomo in terra sta tagliando la carne che poi appoggia su una grande foglia di banano. Di fronte casa una tettoia ed un'altra costruzione in fango, anche in questo caso la cucina. In casa vive anche una donna che Paulina si è presa in carico, è un po’ tontolina; la donna ha anche una bimba piccolissima che per tutto il giorno andrà in giro con la tutina tipica dei bimbi piccoli, aperta in fondo perchè non ha il pannolino, e piuttosto rovinata e sporca. Del resto qui tenersi puliti è un’impresa impossibile, anche noi lottiamo per parte della giornata per evitare che si Blanca e Noa si sporchino troppo (La lotta si rivelerà perdente all’esame della doccia serale). C'è anche un ragzzo cieco che trascorre qualche giorno da Paulina. La preparazione del pranzo va avanti, ora la grande pentola con il matoke è piena, la coprono con delle grandi foglie e la mettono sul fuoco in cortile, poco lontano un altro fuoco cuoce la carne, il coperchio della grande pentola è una grande foglia di banano che il tipo ha staccato da un albero accanto e tagliato di misura con il machete. 



Partiamo per un giro nel villaggio, che si sviluppa ai lati della strada, Rose ci mostra i luoghi della sua infanzia, la scuola, la casa dove è cresciuta, quella di una sorella (che prima aveva fatto una battuta sulla necessità di migliorare il tetto di casa sua, che in effetti è piuttosto malandata).
 


Ci fermiamo in un negozio bar dove i bambini fanno incetta di aranciata. Lì fuori una tettoia con un biliardo coperto, qui è piuttosto diffuso. In strada c’è poco traffico, sono soprattutto, Boda Boda (mototaxi). Passa un tipo alla cui bici è appeso un gran campionario di camicie, si ferma un attimo a tergersi il sudore dalla fronte, stessa cosa fa un altro uomo poco dopo, lui spinge una bici carica di matoke. In Uganda non ci sono carretti, la bici è il loro carro.
 

  
 

Ripartiamo per fermarci quasi subito in un mercato, qui siamo davvero lontani da casa, sono botteghe ai due lati della strada, il posto inizia e finisce di colpo, sembra quasi un villaggio del far west. Ci sono decine di bambini che escono poco a poco a guardarci, quando partiamo sono diventati tantissimi. (CONTINUA)





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