martedì 1 agosto 2023

CHI

Chi arriva fresco come una rosa
Chi arriva stremato, la testa che ciondola, pare stia per cadere proprio sugli ultimi metri

Chi ha un sorriso da un orecchio all’altro, alza le braccia, cerca mani per battere un cinque. Il ritratto della felicità.
Chi vomita per lo sforzo, riparte e si riferma a vomitare di nuovo. A pochi metri dall’arrivo, davanti a tutti.

Chi arriva poi passa giù

Chi arriva perché c’è il suo compagno, la sua compagna, altrimenti si sarebbe fermato chilometri fa
Chi arriva in lacrime di gioia
Chi arriva in lacrime e basta


Chi arriva guardando il proprio giovane compagno con uno sguardo paterno
Chi arriva sotto l’occhio angustiato della mamma
Chi arriva nonostante la demenza; chi senza la demenza forse non sarebbe lì


Chi arriva e non si ricorda nemmeno quante volte è arrivato
Chi arriva e se li ricorda tutti, quegli arrivi
Chi l’anno scorso era arrivato, e quest’anno non è partito


Chi arriva ed hanno 36 anni in due, il minimo sindacale
Chi si prende per mano, perché siamo una coppia, perché lui è il mio papà, perché lui è mio fratello, perché lei è stata mia sorella per questi 21 chilometri da stambecchi

Chi si prende per mano anche se siamo due maschi, perché l’emozione di questi momenti travalica ciò che abitualmente farebbe alzare qualche sopracciglio

Chi arriva ed ha un tatuaggio del Che sulla caviglia. Ed io, alla partenza, ho avuto il culo di scattare al momento giusto.

Chi arriva e trova me a guardare. Per la prima volta.
Pare assurdo ma è così. Non ero mai stato al Prà a vedere la Tre Rifugi.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Molto bello, bravo Marcello!