sabato 28 settembre 2013

REPORTAGE DA ALEPPO

Tunisini al mercato, settembre 2013

 Gabriele Del Grande è stato ad Aleppo, in Siria, tra il 3 e il 13 settembre 2013. Ha viaggiato solo con civili siriani, senza appoggiarsi né all’esercito né ai ribelli. Ha scritto un diario in quattro puntate. Le ha pubblicate Internazionale (il più bel giornale che ci sia)

venerdì 27 settembre 2013

LA SPOSA TUNISINA - GIORNO 1 - PARTE SECONDA


In realtà la sposa resta ben più del previsto dalla parrucchiera. L’allarme per andarla a prendere suona alle 16. Il minicorteo è formato dalla macchina del Signor Emmegi con moglie e figlie sul sedile posteriore, Monia, le sue nipotine Hanin e Kenza sul sedile anteriore; segue la Golf di un locale che lavora a Brescia; all’entrata di El Mida il minicorteo improvvisa un po’ di casino, dandoci di clacson il più possibile. 

 

La sposa è trasformata, è talmente truccata che sembra una diva di Bollywood . Arriviamo a casa sua producendo più decibel possibile con i clacson delle due auto. La famiglia la accoglie con il braciere dell’incenso, la musica, i tipici urli delle donne. Per un po’ si balla, essenzialmente le donne. Dopo un po’ ce ne andiamo brevemente a casa, a prepararci per il clou del pomeriggio, l’arrivo del corteo dello sposo. 
 

Improvvisamente un urlo: “arrivano!”, il corteo è comparso in fondo al rettilineo che porta al villaggio, tutti corrono fuori di casa. Il corteo è formato ad una ventina di auto, camionette, moto, camion, furgoni, e tutti che suonano, urlano, gridano, alzano lo stereo al massimo. Hanno portato tutti i doni della famiglia dello sposo. Si sono portati due musicisti che ci danno di piffero\trombetta e tamburo. 



Una volta che il corteo dei parenti dello sposo ha portato dentro l’oro e tutti i doni, per una mezz’oretta si scatenano le danze, sotto la regia del deejay, la musica pompa che è un piacere, unico maschio partecipante al ballo è lo sposo, viene rispettato lo schema “femmine di qua, maschi di là”, battitore libero il Signor Emmegi, con due macchine foto al collo. La Signora Gi partecipa alle danze. 
Nella calca incontro J., una donna che abbiamo conosciuto ragazzina nel 1992, molto studiosa, ci piaceva un casino. Purtroppo dopo tanto studiare si è sposata male, per meglio dire la sua famiglia l’ha fatta sposare male, ora è divorziata, dopo avere incassato un fracco di botte, il marito la picchiava anche in pubblico. Per lo meno lavorativamente le è andata meglio, ha un lavoro di responsabilità per il ministero dell'istruzione a Nabeul, da poco è stata promossa dirigente . Mi piacerebbe potere parlare un po’ con lei, avere il suo punto di vista sulla situazione del suo paese dopo la rivoluzione. 

 


 

Intanto in cucina fervono i preparativi per il cous cous collettivo, le signore che lo preparano sono un casino simpatiche, anche se non ci capiamo manco per niente. E' incredibile come siano riuscite a fare un cous cous così buono per così tante persone. Per primi vengono serviti i maschi, grandi e piccini, e le donne tutte sedute ai loro posti. Poi tocca a loro, e i maschi fuori dal cancello. 


 


Durante la cena la sposa viene condotta nella stanza dove sono stati accumulati i doni per gli sposi. Il Signor EmmeGi viene invitato a fare una foto. Ed esegue il compito con il consueto entusiasmo. Nel frattempo è arrivato un giovane uomo con cartellina, colui che registra il contratto di matrimonio, davanti a lui si siedono gli sposi e alcuni uomini, probabilmente i testimoni. Certo, in questa situazione siamo un pò delle mosche bianche (anche se molti ci sonoscono da anni)  non bisogna temere di essere al centro dell’attenzione e venire osservati, specialmente se si è donna, in quel caso la radiografia è pressochè continua.


Terminato il contratto, il corteo della famiglia dello sposo riparte al contrario, portando via verso la futura casa degli sposi tutti i doni, sia quelli portati da loro che quelli acquistati dalla famiglia della sposa, il corteo che porta i doni verso le auto è accompagnato dai due musici assoldati per l’occasione dalla famiglia dello sposo, che suonano a stecca. La sorveglianza della bambina dal nome spagnolo è come al solito ardua, la figlia tende a volere esplorare il mondo circostante, dimenticando regolarmente di avvisare i genitori dei suoi allontanamenti. Il Signor EmmeGi è contento della curiosità della figlia, ma dicesse quella parolina giusta al momento giusto!






Una volta che il corteo è ripartito scende la calma, insieme alla sera che viene. Monia ha trasferito la nostra quota di cous cous a casa, dove mangiamo in tranquillità, lontano ma non troppo dal casino della festa, che sento continuare dal balcone, dove sono uscito a scrivere. Per oggi basta così, solo Noa torna ancora alla festa dopo cena, per mano a Monia. (CONTINUA...)

mercoledì 25 settembre 2013

LA SPOSA TUNISINA - GIORNO 1 - PRIMA PARTE


La casa della sposa è vicina, credo un centinaio di metri. Già ieri sera si sentivano musica e canti provenire dalla casa della cugina di Monia, il cui matrimonio inizia oggi. Ora sono le 7 e mezza del mattino, ed è già da un po’ che il suono dei tamburi e il tipico urlo delle donne arabe riempiono l’aria del mattino. E’ proprio la musica classica del matrimonio, non quella moderna, con “inserti” di tecnologia. Vado in cucina e Monia mi spiega che ora stanno per sgozzare il vitello, per questo è già la festa a quest’ora. Habiba è già sul posto, con il suo blackberry… Che personaggio.
La musica è cessata, ora. Il vitello è cessato anche lui, immagino. Ora le donne cucineranno tutto il giorno per la festa di stasera. Verso le 8,30 Oum Habiba se ne arriva in cucina dicendo “Marcello oue?, Marcello oue?” (dov’è Marcello?), e mi porta il tipico pane caldo di qui, fatto nei forni artigianali che ci sono nei cortili di molte case.
 
Poco dopo Monia viene a chiedermi se andiamo insieme a prendere la sposa per portarla dalla parrucchiera. Chakra non ha più il papà, e Monia si fa carico di questo ruolo. La sua macchina è impegnata, quindi io faccio volentieri da autista. Blanca e Noa vengono con me. Quando arriviamo a casa della sposa, a ferro di cavallo su tre lati come è tipico delle vecchie case di qui, ci sono dei ragazzi che scaricano sedie di plastica da un camion, le donne che in un angolo puliscono con l’acqua le interiora del vitello che fu (una di loro mi chiede di fotografarla con la testa del vitello stesso); in un altro angolo il macellaio sta lavorando la carne e, accanto a lui sono seduti i due musicisti ingaggiati per l’occasione; uno suona il tamburo, l’altro una specie di trombetta\piffero che è lo strumento che rende tipica questa musica. 


Al momento però i due in pausa. Ovunque gente che va e viene, fuori dal cancello bambini che guardano. Saluto un po’ di persone, alcuni mi salutano affettuosamente, ma non ricordo chi siano. Vado a salutare Chakra, che mi mostra il frigo che ha comprato in vista del trasferimento nella nuova casa. Un ragazzo mi accompagna in una stanza, interamente occupata da oggetti che la famiglia della sposa ha acquistato per la famiglia che andrà a formarsi, io ingenuamente chiedo se sono regali, loro precisano che, appunto, sono cose che hanno comprato loro stessi. Una vecchina mi viene incontro, e mi riporta a salutare la sposa. Scoprirò poi che si tratta della mamma di Chakra, nel 1992 le feci una bella foto sotto un'immagine del presidente, che tutti erano invitati ad esporre. E' irriconoscibile, non riesco a credere che sia lei. Nel frattempo vado a prendere Blanca e Noa, che avevo lasciato in macchina pensando che saremmo partiti subito con la sposa. 

 
     La sposa in versione naturale

Poco dopo il nostro rientro in cortile riparte improvvisamente la musica, tutti smettono di fare ciò che stavano facendo e vanno al centro del cortile a ballare, la prima è proprio la vecchina, poi arriva anche la sposa, che balla al centro del gruppo. Poco dopo partiamo alla volta della parrucchiera, a El Mida. Chiedo a Chakra se è emozionata, mi dice che ancora è tranquilla. Starà dalla parrucchiera quasi 5 ore. E domani ci torna…
 

Quando torniamo al villaggio, Monia mi accompagna dal barbiere (devo essere in ordine per il matrimonio: ordini di scuderia...), arriviamo nei pressi della porta e lei lo chiama a voce alta, per non entrare (forse non può?) e gli spiega sommariamente cosa vorrei.
Il barbiere, un po’ come l’abitacolo del taxi, è un luogo deputato alle chiacchiere, un posto ove raccogliere il polso della situazione di un paese. Quindi comincio a pensare a come mettergli le domande che vorrei fargli. Ma ci pensa lui ad anticiparmi. Dopo qualche minuto mi guarda e mi dice “Io sono per Ben Alì!” Poi alza lo sguardo al cielo e ripete “Ah, Ben Alì!, quando c’era lui non c’erano tutti questi problemi…, tutto questo casino, c’era molto più ordine, mi viene voglia di andare in Francia e poi, se ritorna Ben Alì, torno anche io!” Mi chiede se so chi è Ghannouci, il leader del partito di Ennahda, che ha vinto le elezioni del 2011, le prime dopo la rivoluzione. Gli dico di si. Allora interviene il ragazzo a cui il barbiere sta tagliando i capelli “Sono dei terroristi! La Tunisia è tornata indietro di 50 anni! (il barbiere approva, a gesti). Anche a livello internazionale, la Tunisia ora sta a zero!, la Tunisia farà la fine della Siria, la guerra civile. Aspetta e vedrai!”.
Il barbiere lavora sulla testa del cliente, che alla fine massaggia molto energicamente, alla fine lui si alza e si lava la faccia nel lavandino. Poi se ne va verso un appuntamento con la sua fidanzata.
Dopo qualche minuto mi accomodo sulla poltrona, e lui comincia a lavorarmi. Il gesto nel passarmi il pennello con la schiuma sul collo prima di radermi è deciso, anche se mai rude. Decido di aspettare che finisca di farmi la barba per fare altre domande, il rasoio mi fa un po’ impressione, non sono abituato. Quando finisce di tagliarmi i capelli mi fa un massaggio alla testa di un paio di minuti veramente ma veramente forte, gli chiedo se fa parte del “pacchetto”, lui ride e mi dice di si, è un po’ il suo marchio di fabbrica, mi spiega. Poi mi indica il lavandino e mi dice “adesso ti lavi bene la faccia ed il collo, così ti togli i peli…”. Qui vanno per le spiccie, non ci sono cerimonie.
Pago 5 dinari (2,30 euro), di cui 2 sono di mancia. Uscendo penso alla scritta che fino a qualche tempo fa stava sul muro del cortile di un amico “Ordine è pane, disordine è fame”. Il barbiere di Oum Dhuoil approverebbe.
Domande su Ben Alì non ne ho più fatte.
(CONTINUA...)

LA SPOSA TUNISINA - GIORNO 0


Il Ramadan quest’anno è finito ad agosto inoltrato. Ciò ha significato il ritardo della stagione dei matrimoni, che di solito è appunto in quel mese. Perché durante il Ramadan non ci si sposa. In questi giorni è normale quindi vedere per le strade cortei di gente in auto o camionette, con musica sparata a tutto volume e clacson che vanno a distesa. Siamo qui da 5 giorni e quasi ogni sera abbiamo si sentito la tipica musica provenire da qualche casa del villaggio. La seconda sera siamo stati ad un matrimonio, questa sera pure, e per il fine settimana ne è annunciato almeno un altro, quello di Chakra, una delle cugine di Monia, la ricordo ragazzina nel nostro primo viaggio del '92, quindi oggi sarà fra i trenta ed i trentacinque. Si narra che sposi un bravo ragazzo, gran lavoratore “et gentil aussi”, ci ha detto lei stessa oggi pomeriggio, come a ricordarci che il fatto di trovare un marito che sia anche uno comporta bene non è scontato. 
 
Un corteo di auto matrimoniali  attraversa il villaggio di El Mida

Comunque sia, lo schema è questo: si arriva alla festa, le donne sono tutte schierate, sedute le une accanto alle altre con le bambine ed i bambini fino ad una certa età. I maschi sono a loro volta schierati per conto loro, in un altro settore. Tutti sono seduti, e la musica impazza ad alto volume, dal vivo se la famiglia è danarosa, altrimenti è registrata e c’è un deejay. Non sempre si balla. E comunque sia ballano solo le donne. All’arrivo degli sposi, anche qualche uomo si mette a ballare, ma di solito si tratta di qualcuno dell’entourage della coppia.
Io arrivo e comincio a chiedermi “e adesso dove mi metto?, vado con i maschi, sicuro che nessuno mi rivolge la parola? Che due palle… “O vado nel settore donne, così sto vicino a mia moglie, tanto in quanto straniero posso essere esentato dal regolamento? Però in questo modo chissà cosa penseranno gli uomini arabi di noi maschi occidentali?” Di solito decido che non decido, e me ne vado in giro per il cortile, con la scusa delle foto. In realtà così posso osservare meglio.
(CONTINUA...)

giovedì 19 settembre 2013

CARPE DIEM - QUELLI CHE COLGONO L'ATTIMO






 I colori di queste mattine all'alba sono meravigliosi. Bisogna essere svegli, ma anche "svegli", perchè lo spettacolo dura al massimo 5 minuti. Un attimo prima non c'è ancora, un attimo dopo non c'è più.


In Tunisia una sera c'è stato un temporale, un attimo prima che iniziasse a piovere solono salito sul tetto per acchiappare un fulmine, ci sono riuscito.

Certo che le mie foto sono cacca in confronto a cosa riesce a tirare fuori Marko Korosec. Uno che insegue fulmini e tornadi, e spesso li acchiappa. Andate a vedere, ne vale davvero la pena: http://www.weather-photos.net/gallery/index.php



mercoledì 18 settembre 2013

domenica 15 settembre 2013

BENTORNATO



Quando Domenico Quirico venne al villaggio per "Una Torre di libri", scambiai due battute con lui sulla Tunisia.
In questi mesi più volte ho scritto ad una amico che lavora alla "Stampa" per chiedere notizie, che non c'erano o quasi.
Combinazione ero in Tunisia la sera della sua liberazione.
Qui di seguito il link per vedere il video dell'incontro di qualche sera fa al teatro Carignano di Torino, dove ha raccontato i suoi ultimi 5 mesi.
http://www.lastampa.it/2013/09/13/multimedia/esteri/quirico-racconto-in-teatro-a-torino-guarda-la-sintesi-HuZ4aMgyuO9CW200LaBSGP/pagina.html

HO PASSATO TRE ORE A GUARDARVI

 LA PRIMA A SVEGLIARSI
 IMMOBILE
 IN ATTESA CHE IL SOLE LA RAGGIUNGA
PRIVA DI TITOLO
 QUELLA SOTTO SCAPPA VERSO LA TANA, MENTRE QUELLA SOTTO CONTROLLA LA SITUAZIONE
 TRE A TRE
 PULIZIA
 BACI

 Le due foto qui sopra non sono venute bene, perchè un pò sfocate, Ma illustrano una scena bellissima. Le due marmotte stavano pascolando a pochi metri dalla tana, quando hanno visto arrivare delle persone sulla strada. Sono corse verso la salvezza; una volta arrivate davanti alla tana la marmotta di destra si è alzata per controllare, è arrivata l'altra, che si è tirata su anche lei e, con le zampe davanti, ha spinto la copagna dentro la tana, come a proteggerla, come a dire "cosa fai!? stai giù, mettiti al riparo!", o almeno a me è piaciuto interpetarla così. Nella prima foto la marmotta di sinistra sta per tirarsi su per spingere dentro la compagna, nella seconda è tornata sulle quattro zampe mentre l'altra è giù nella tana. Poco dopo sono uscite di nuovo ed hanno ricominciato a mangiare.
 VI TENGO D'OCCHIO, BIPEDI
 ANCHE A VOI
 SCAMPATO PERICOLO
 PRIVA DI TITOLO
Ho passato gli ultimi 25 minuti immobile, steso in terra con la macchina foto puntata verso un buco dal quale avevo visto uscire una marmotta. Abbiamo giocato un pò a nascondino, lei metteva su la testa, io scattavo, lei tornava giù, io mi avvicinavo, lei usciva di nuovo, io scattavo ancora, eccetera. Quando mi sono avvicinato troppo non è uscita più.