Il Signor EmmeGi nella capitale sabauda, qualche giorno prima del fattaccio, febbraio 2013.
La prima cosa che succede quanto cade
un regime è spesso l'abbattimento della statua del dittatore di
turno. Abbiamo visto cadere statue di Lenin, di Saddam, eccetera. La
caduta della statua, di per sé, non cambia in meglio la vita della
gente. Che lo sa bene, ma la statua la butta giù comunque. Perchè
abbattendo la statua abbatte un simbolo.
Perchè i simboli sono importanti.
Solo gli stolti possono pensare che una
riduzione degli stipendi dei parlamentari da solo migliorerebbe lo
stato dell'economia, ma siamo in molti a pretendere questo passo, che
sappiamo bene essere simbolico.
Perchè i simboli sono importanti.
Ieri si celebrava il settantesimo
anniversario della deportazione verso Auschwitz di 1259 ebrei dal
ghetto di Roma, di cui 200 erano bambini. Alla fine sono tornati a
casa in 16, nessuno dei bambini. (Se volete potete approfondire
cliccate QUI).
E proprio ieri il senato della
repubblica italiana stava per approvare una provvedimento che avrebbe
reso un reato la negazione dello sterminio degli ebrei. Stava per
approvare il provvedimento con una scorciatoia, se ho capito bene.
Tuttavia io non credo che sia necessario approfondire la comprensione
di che cosa sia il negazionismo. Quindi non trovo scandalosa la
scorciatoia, in questo caso. Ma qualcuno si è messo di mezzo,
facendo saltare il provvedimento, che è stato rinviato e, molto
probabilmente verrà approvato comunque tra un po'. Senza entrare nel
merito del fatto in sé (qualcuno dice “abbiamo bisogno di punire
chi esprime un idea, per quanto abbietta essa possa essere?!”, o
ancora “una democrazia che rende reato l'espressione di
un'opinione, non è una democrazia compiuta”) io trovo vergognoso
che ci si sia messi di mezzo, nel quadro di una politica del “No a
tutto ed a tutti”, o motivando la cosa con il fatto che non si
intendeva inseguire l'approvazione a tutti i costi del provvedimento
proprio ieri, perchè tale coincidenza era solamente simbolica. Come
se non avessimo bisogno dei simboli, soprattutto su certi argomenti.
Chi lo ha fatto ha dato un chiaro segnale politico. Si potrebbe
pensare che di questo non si siano resi conto, che lo abbiano fatto
con ingenuità, perchè sono nuovi dell'ambiente.
Forse, ma se così fosse sarebbe ancora
peggio.
L'episodio di ieri, insieme a quello
della settimana scorsa sul reato di clandestinità mi hanno portato
a completare un percorso che per me è iniziato pochi giorni dopo le
elezioni di febbraio.
Un percorso di pentimento.
Ho dato uno dei miei due voti a chi ha
dimostrato in questi mesi di non meritarlo, l'ho fatto perchè mi ero
illuso. L'ho fatto perchè nauseato dal livello degli altri partiti
che peggiora, senza pause né segnali di ripresa, da almeno 20 anni a
questa parte.
Ho sbagliato, ho sbagliato di brutto. In questi mesi ho
avuto moltissimi motivi per rendermene conto. Ormai da mesi mi sono
cancellato dalla mailing list, che l'uomo forte di turno (di cui gli
italiani hanno così disperatamente bisogno, e la storia lo dimostra
chiaramente) usa per calare il verbo sul popolo bue. Ho cancellato il
sito dal segnalibri di internet. Ciò non cambia la questione nel
concreto, giustamente l'uomo forte di turno se ne può fottere.
Ma per me sono stati atti simbolici.
Ed i simboli sono importanti.
Non vi voterò più, nemmeno alle
regionali, nemmeno al villaggio se vi presentate la prossima
primavera. Non posso. Anche se so che molti sono mossi sinceramente
dalla voglia di cambiamento. Non posso appoggiare a livello locale un
movimento che a livello nazionale assume certe posizioni.
Siete come Mario Balotelli.
Una bella occasione sprecata.
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