Il palco è stato allestito nel cortile
di fronte la casa della sposa. Sul palco hanno portato il trono, sul
quale lei siederà quando giungerà alla festa. Dall'altro lato è
montato il mixer del deejay, partecipammo al suo matrimonio anni fa,
lo andammo a prendere a casa con la nostra macchina. Ci riconosciamo
subito a vicenda, la stretta di mano è vigorosa. Di fronte al palco
è stato montato un finto vialetto, con finte fontane e finte piante.
Noi siamo qui da una mezz’ora. Le donne di qua, gli uomini dietro,
come sempre. Proprio davanti al palco ci sono quattro anziane
signore, tra le quali Habiba la mamma di Monia, sono un quadretto
bellissimo; non mi faccio scappare l’occasione e le fotografo. La
musica è fortissima, loro quattro stanno lì placide, come se niente
fosse. Che belle!
Fino all’arrivo della sposa niente di
rilevante, musica spaccatimpani, penso che a Pantelleria, che è a
100 km da qui, la sentano agevolmente. Tutti restano seduti; l’unico
che balla sorridente è Youssef, il bimbo di Wassila.
Anche oggi la
sposa deve avere passato parecchie ore dalla
parrucchiera/truccatrice, perché il trucco che esibisce quando
arriva alla festa non lo si improvvisa tra amici in un quattro e
quattr’otto… Chakra arriva con la macchina del Bresciano, le
vanno incontro con l’incenso, lei percorre il finto vialetto che
porta al trono, dove stasera siederà sola, la presenza dello sposo
non è prevista. Oum Habiba, la mamma di Monia, la accompagna per
mano. A fatica sale gli scalini, nel frattempo si scatena un po’ di
putiferio, molti si sono alzati per ballare, mi pare siano
soprattutto i parenti. Lei dopo un po’ si siede, muoversi dentro
quell’enorme vestito non dev’essere facile. Lo si affitta dalla
parrucchiera, la stessa che ti trucca e ti fa trucco e capelli per le
varie fasi della festa.
Si balla sia sul palco che sotto, sempre e
solo donne per un bel po’; solo dopo una mezz’oretta due ragazzi
si gettano nella mischia. E sono un casino bravi. Nel complesso lo
spettacolo mi piace, la musica non è male; il deejay in questo
periodo dell'anno – la stagione dei matrimoni - vive il suo momento
di gloria professionale: a tratti prende il microfono e urla un po’:
“Yalla! Yalla! Arussa! Arussa!”
Si vedono evidenti
differenze nell’abbigliamento delle ragazze, di alcune si vede solo
il viso, altre sono all’occidentale, con la gonna nemmeno lunga. In
alcune il Signor EmmeGi ravvisa le caratteristiche del pane fresco,
buono come poche altre cose al mondo. Qualche altra ragazza è
vestita in maniera molto vistosa, come dire, kitsch. Moni è seduta
poco più avanti di noi, di fronte a lei una ragazza con il visto un
casino triste, è un volto famigliare ma non ricordo chi sia. Scopro
più tardi chi è e che cosa le è successo. Il fratello, un poco di
buono che non può più sfogarsi sulla moglie che lo ha lasciato dopo
avere fatto il pieno di botte, qualche mese fa l’ha picchiata con
una bottiglia di vetro, lei ha una lunghissima ferita su un braccio.
Ogni tanto passa qualcuno, mi saluta, mi stringe la mano, ci
scambiamo un come va, poi se ne va; passa una bambina sconosciuta,
viene a baciarmi, poi fa lo stesso con Blanca. Moni è vestita con
un abito di Monia, nello stile locale, anche lei balla in piena
mischia.
La sposa scende dal trono e percorre avanti e indietro, con
un viso non proprio felice, l’orrido vialetto finto a beneficio del
cameramen e del fotografo ufficiale. Poi però balla contenta in
mezzo alle amiche ed ai famigliari (ha 12 fratelli e sorelle!), certo
che con quella maschera di cerone è quasi irriconoscibile, o meglio
così conciata mi pare uguale ad altre spose già viste in altre
feste. Nel frattempo i bambini hanno occupato il trono della sposa,
una bimba ci si è seduta paciosa. Faccio ancora qualche foto, poi io
e Blanca andiamo a casa per mano. E la musica va, ma s’interrompe
poco dopo il nostro arrivo in camera. Una voce maschile fa l’elenco
al microfono dei doni in denaro per la sposa, sento anche un
tentativo di pronunciare il mio nome. Buonanotte alla sposa. (CONTINUA...)
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