sabato 12 ottobre 2013

LA SPOSA TUNISINA - ULTIMO GIORNO


Questa è l’ultima sera del matrimonio di Chakra. Lei lascerà la casa di famiglia per trasferirsi al villaggio del suo sposo, di fatto entrando a fare parte della famiglia di lui. E’ un momento forte dal punto di vista emotivo, non è solo il culmine della festa. Quando arriviamo a casa sua ci sono una ventina di persone, soprattutto donne, una è seduta in terra e suona un piccolo tamburo, molte cantano canzoni tradizionali. 


Lei indossa un vestito ancora diverso da quello delle sere prima, ma lo stile è sempre quello, tra fantascienza e Bollywood. E’ chiaramente emozionata, però sorride, e continuerà a farlo anche nel prosieguo della serata. Non abbiamo mai vissuto un matrimonio così da dentro, e non ho mai visto le spose sorridere così. Meno male, sono contento per lei, mi pare una brava ragazza. Giorni fa ci ha detto che lui la chiese in sposa già anni fa, ma lei rifiutò. Poi ha cambiato idea, si narra che lui sia una gran lavoratore (“Ed è anche gentile”, ha aggiunto, quasi come a sottolineare il fatto che ha avuto fortuna, che non sia scontato il fatto che ti sposi con uno che poi ti tratta bene). Facciamo un po’ di foto, anche con Moni che riesce a fare due chiacchiere con lei (la sintesi è “Chakra, hai paura?” “Bien sur, Monique...”). 



Riesco a scambiare un paio di battute con J,. mi parla un attimo del suo lavoro, sono contento per lei, anche se è una donna dal sorriso triste. Improvvisamente però cambia il tono della conversazione, lei e Monia parlano fitto fitto, vedo che la madre di J. sta dicendo qualcosa, e Monia che le risponde decisa. Più tardi saprò che la madre stava dicendo alla figlia di tornare con il marito, un altro che alzava le mani, dal quale ha divorziato. Lei ci sta pensando “per il bambino”, dice a Monia, la quale pensa che se lei torna indietro questa volta lui “non la picchierà, l’ammazzerà...”. Mi ha sempre colpito questo fatto per cui sovente sono le madri le figure che portano avanti la tradizione, mettendo apparentemente in secondo piano la felicità dei propri figli o figlie. Cerco di stare attento a non giudicare una cosa che non conosco, però devo fare questa constatazione.

 Dopo una mezz’oretta improvvisamente aumenta il brusio, sta arrivando il corteo con lo sposo! Rapido conciliabolo con la moglie per organizzare il controllo delle figlie, per qualche minuto ci sarà un po’ di bordello nel cortile. Lo sposo arriva accompagnato da una moltitudine, in mano un mazzo di gelsomino. Con lui ci sono anche i due musici della prima sera. Incenso, fumo, urla, musica, canti. Fotografo ufficiale e operatore video. Piano piano lo sposo si avvicina a Chakra, le consegna il mazzetto di fiori, poi i due restano uno accanto all’altra mentre si scatenano le danze, se capisco bene sono danze di saluto della famiglia della sposa, ci sono tutti i fratelli e le sorelle di lei. Bello.




Saliamo in macchina, in otto bambini compresi, siamo parte del corteo, e ci diamo intensamente con il clacson. Linda, la nipote di Monia, dice che siamo la macchina più rumorosa. Il corteo di auto passa di fronte alla moschea di un villaggio vicino, come segno di augurio, poi in una decina di minuti arriviamo al villaggio dello sposo, ci sono parecchie case a due piani, molti degli abitanti lavorano in Francia, Monia lo descrive come un posto di brave persone, grandi lavoratori. Ci addentriamo nelle strade del villaggio, fino a giungere al cortile… che non è un cortile, è una piazza intera! 


La musica sfonda le orecchie, sembra un concerto dei Motorhead, ci saranno centinaia di persone, tutto il villaggio è presente, momenti di casino indescrivibile, qualcuno prova a sparare dei fuochi d’artificio, che cadono addosso alle persone… Urla, applausi, fischi, bambini. Gli sposi salgono sul palco, dove ballano entrambi sorridenti, e sotto di loro il solito bordello. 



Emerge prepotentemente la figura di un omone sui sessanta anni. Lo avevo già notato l’altra sera a casa della sposa, sembrava uno che la sapeva lunga, si esprimeva con gesti imperiosi, indicando agli altri dove andare, cosa spostare, da che parte passare. Pensavo che si esprimesse a gesti perchè tanto nel casino parlare è inutile. In realtà è muto. Ha un faccione simpatico, sorride sempre. Durante i concitati minuti che seguono l’arrivo degli sposi sotto il palco c’è un casino storico, entrambe le famiglie vogliono salire per ballare, ma non c’è posto per tutti, allora il magnifico si mette a gesticolare, tende il braccio per dare indicazioni, protesta, gesticola, polemizza. Come se qualcuno lo potesse ascoltare in mezzo a questo inferno di decibel. Un genio. Lo capiranno tra cento anni. 
 

 
Blanca è stanca morta, la musica è talmente forte che temo un po’ per i timpani delle figlie. Faccio ancora qualche foto, poi rientriamo a casa.
Buona fortuna, Chakra.
FINE

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