Questa è l’ultima sera del
matrimonio di Chakra. Lei lascerà la casa di famiglia per
trasferirsi al villaggio del suo sposo, di fatto entrando a fare
parte della famiglia di lui. E’ un momento forte dal punto di vista
emotivo, non è solo il culmine della festa. Quando arriviamo a casa
sua ci sono una ventina di persone, soprattutto donne, una è seduta
in terra e suona un piccolo tamburo, molte cantano canzoni
tradizionali.
Lei indossa un vestito ancora diverso da quello delle
sere prima, ma lo stile è sempre quello, tra fantascienza e
Bollywood. E’ chiaramente emozionata, però sorride, e continuerà
a farlo anche nel prosieguo della serata. Non abbiamo mai vissuto un
matrimonio così da dentro, e non ho mai visto le spose sorridere
così. Meno male, sono contento per lei, mi pare una brava ragazza.
Giorni fa ci ha detto che lui la chiese in sposa già anni fa, ma lei
rifiutò. Poi ha cambiato
idea, si narra che lui sia una gran
lavoratore (“Ed è anche gentile”, ha aggiunto, quasi come a
sottolineare il fatto che ha avuto fortuna, che non sia scontato il
fatto che ti sposi con uno che poi ti tratta bene). Facciamo un po’
di foto, anche con Moni che riesce a fare due chiacchiere con lei (la
sintesi è “Chakra, hai paura?” “Bien sur, Monique...”).
Riesco a scambiare un paio di battute con J,. mi parla un attimo del
suo lavoro, sono contento per lei, anche se è una donna dal sorriso
triste. Improvvisamente però cambia il tono della conversazione, lei
e Monia parlano fitto fitto, vedo che la madre di J. sta dicendo
qualcosa, e Monia che le risponde decisa. Più tardi saprò che la
madre stava dicendo alla figlia di tornare con il marito, un altro
che alzava le mani, dal quale ha divorziato. Lei ci sta pensando “per
il bambino”, dice a Monia, la quale pensa che se lei torna indietro
questa volta lui “non la picchierà, l’ammazzerà...”.
Mi ha sempre colpito questo fatto per cui sovente sono le madri le
figure che portano avanti la tradizione, mettendo apparentemente in
secondo piano la felicità dei propri figli o figlie. Cerco di stare
attento a non giudicare una cosa che non conosco, però devo fare
questa constatazione.
Dopo una mezz’oretta improvvisamente aumenta
il brusio, sta arrivando il corteo con lo sposo! Rapido conciliabolo
con la moglie per organizzare il controllo delle figlie, per qualche
minuto ci sarà un po’ di bordello nel cortile. Lo sposo arriva accompagnato da una moltitudine, in mano un mazzo di gelsomino. Con lui ci
sono anche i due musici della prima sera. Incenso, fumo, urla,
musica, canti. Fotografo ufficiale e operatore video. Piano piano lo
sposo si avvicina a Chakra, le consegna il mazzetto di fiori, poi i
due restano uno accanto all’altra mentre si scatenano le danze, se
capisco bene sono danze di saluto della famiglia della sposa, ci sono
tutti i fratelli e le sorelle di lei. Bello.
Saliamo in macchina, in otto bambini
compresi, siamo parte del corteo, e ci diamo intensamente con il
clacson. Linda, la nipote di Monia, dice che siamo la macchina più
rumorosa. Il corteo di auto passa di fronte alla moschea di un
villaggio vicino, come segno di augurio, poi in una decina di minuti
arriviamo al villaggio dello sposo, ci sono parecchie case a due
piani, molti degli abitanti lavorano in Francia, Monia lo descrive
come un posto di brave persone, grandi lavoratori. Ci addentriamo
nelle strade del villaggio, fino a giungere al cortile… che non è
un cortile, è una piazza intera!
La musica sfonda le orecchie,
sembra un concerto dei Motorhead, ci saranno centinaia di persone,
tutto il villaggio è presente, momenti di casino indescrivibile,
qualcuno prova a sparare dei fuochi d’artificio, che cadono addosso
alle persone… Urla, applausi, fischi, bambini. Gli sposi salgono
sul palco, dove ballano entrambi sorridenti, e sotto di loro il
solito bordello.
Emerge prepotentemente la figura di un omone sui
sessanta anni. Lo avevo già notato l’altra sera a casa della
sposa, sembrava uno che la sapeva lunga, si esprimeva con gesti
imperiosi, indicando agli altri dove andare, cosa spostare, da che
parte passare. Pensavo che si esprimesse a gesti perchè tanto nel
casino parlare è inutile. In realtà è muto. Ha un faccione
simpatico, sorride sempre. Durante i concitati minuti che seguono
l’arrivo degli sposi sotto il palco c’è un casino storico,
entrambe le famiglie vogliono salire per ballare, ma non c’è posto
per tutti, allora il magnifico si mette a gesticolare, tende il
braccio per dare indicazioni, protesta, gesticola, polemizza. Come se
qualcuno lo potesse ascoltare in mezzo a questo inferno di decibel.
Un genio. Lo capiranno tra cento anni.
Blanca è stanca morta, la musica è
talmente forte che temo un po’ per i timpani delle figlie. Faccio
ancora qualche foto, poi rientriamo a casa.
Buona fortuna, Chakra.
FINE