giovedì 28 febbraio 2013

CE NE FOSSERO DI DON COME QUESTO!

LA LETTERA DELLA SENATRICE

Perugia, 8 febbraio 2013

Gentile Parroco,
mi sono decisa a scrivere questa lettera ai pastori del popolo cristiano dell'Umbria perché, dopo cinque anni trascorsi in Senato, so con certezza che nei primi mesi della prossima legislatura dovranno essere affrontati in Parlamento parecchi argomenti che riguardano temi etici importanti e delicatissimi. Mi riferisco, tra le altre, alle disposizioni sul fine vita (chi non ricorda il caso Englaro), alla legge sul matrimonio per le coppie omosessuali, all'adozione di bambini nelle stesse coppie omosessuali, alle problematiche sull'uso degli embrioni, all'apertura all'aborto eugenetico (che, di fatto, si va già diffondendo).

In Parlamento, lo scorso anno, ho costituito, assieme ad altri colleghi, l'Associazione parlamentare per la Vita. Una Associazione che è stata un baluardo contro ogni attacco volto a modificare in senso negativo la nostra legislazione. Malgrado ciò recenti orientamenti dei giudici hanno intaccato lo stesso dettato costituzionale in tema di famiglia, di adozioni e di fine vita.
Immagino che sulla politica economica del mio partito non tutto possa essere pienamente condivisibile e che, magari, alcuni preferiscano soluzioni diverse da quelle che abbiamo proposto o che abbiamo in programma di fare. Sui temi etici però, a differenza di altri partiti, il PdL è stato sempre unito e coerente, perché composto da molti cattolici e da altri che si definiscono laici adulti, la cui formazione culturale e politica è in ogni caso improntata al rispetto di tutti i valori non negoziabili. Se di politica economica si può discutere (ma io ho sempre lottato per orientare al bene comune l'azione dello Stato), su queste tematiche non ci sarà possibilità di mediazione. Mediare significherebbe comunque accettare che, prima o poi, si compia un'escalation che ha come traguardo la modificazione dei valori di fondo della nostra società, da ultima, per usare la denuncia dei vescovi spagnoli, la separazione della sessualità dalla persona: non più maschio e femmina, ma il sesso sarebbe un dato anatomico senza rilevanza antropologica.
È necessario che nel futuro Parlamento ci sia un numero di persone sufficienti a non far passare leggi contro la famiglia, l'uomo e la sua vita. Io mi sono impegnata e mi impegnerò in questo senso. Per questo chiedo anche il Suo sostegno e ringrazio per tutto quello che riterrà di fare.
Devotamente saluto,

Ada Urbani
candidata PdL al senato




LA RISPOSTA DI DON GIANFRANCO FORMENTON

Spoleto, 12 febbraio 2013

Gentile Senatrice,

ho ricevuto la sua lettera ai pastori del popolo cristiano dell'Umbria e ho deciso di risponderle in quanto pastore di una parte di questo popolo al quale recentemente il Card. Bagnasco ha raccomandato, dopo alcune eclatanti ed astrali promesse elettorali, di non farsi abbindolare.
Vedo che nella sua lettera lei parla in gran parte dei cosiddetti temi etici che lei riferisce unicamente ai luoghi comuni che tutti i politici in cerca di voti e consensi toccano quando si rivolgono ai cattolici: il fine vita, le unioni omosessuali, gli embrioni, l'aborto.
La ringrazio anche per la citazione dei vescovi spagnoli e per il suo impegno per la formazione culturale e politica improntata al rispetto di tutti i valori non negoziabili.
Ma rivolgendosi ai pastori del popolo cristiano lei dovrebbe ricordare che tra i valori non negoziabili nella vita, nella vita cristiana e soprattutto in politica entrano tutta una serie di comportamenti di vita, di etica pubblica e di testimonianza sui quali non mi sembra che il partito di cui lei fa parte né gli alleati che si è scelto siano pienamente consapevoli.
Sarebbe bello stendere un velo pietoso su tutto ciò che riguarda il capo del suo partito, sul quale non credo ci siano parole sufficienti per stigmatizzare i comportamenti, le esternazioni, le attitudini pruriginose, le cafonerie, le volgarità verbali che costituiscono tutto il panorama di disvalori che tutti i pastori del popolo cristiano cercano di indicare come immorali agli adulti cristiani e dai quali cercano di preservare le nuove generazioni.
Sarebbe bello ma i pastori non possono farlo perché lo spettacolo indecoroso del suo capo è stato anche una vera e propria modificazione dei valori di fondo della nostra società (come lei dice) operata anche grazie allo strapotere mediatico che ha realizzato una vera e propria rivoluzione (questa sì che gli è riuscita) secondo la quale oramai il relativismo morale, tanto condannato dalla Chiesa, è diventato realtà. Concordo con lei, su questo mediare significherebbe accettare.
Un'idea di vita irreale ha devastato le coscienze e i comportamenti dei nostri giovani che hanno smesso di sognare sogni nobili e si sono adagiati sugli sculettamenti delle veline, sui discorsi vacui nei pomeriggi televisivi, sui giochi idioti del fine pomeriggio e su una visione rampante e furbesca della politica fatta di igieniste dentali, di figli di boss nordisti, di pregiudicati che dobbiamo chiamare onorevoli.
Oltre a questo lei siederà nel Senato della Repubblica insieme a tutta una serie di personaggi che coltivano ideologie razziste, populiste, fasciste che sono assolutamente anti-cristiane, anti-evangeliche, anti-umane. Mi consenta di dirle francamente che il Vangelo che i pastori annunciano al popolo cristiano non ha nulla a che vedere con ideologie che contrappongono gli uomini in base alle razze, alle etnie, alle latitudini, ai soldi e, mi creda, mentre nel Vangelo non c'è una sola parola sulle unioni omosessuali, sul fine vita e sull'aborto: sulle discriminazioni, invece, sul rifiuto della violenza e su una visione degli altri come fratelli e non come nemici ci sono monumenti innalzati alla tolleranza, alla nonviolenza, all'accoglienza dello straniero, al rifiuto delle logiche della furbizia e del potere.
Mi dispiace, gentile senatrice, ma non riterrò di fare qualcosa né per lei, né per il suo partito, né per i vostri alleati, anzi. Se qualcosa farò anche in queste elezioni questo non sarà certo di suggerire alle pecorelle del mio gregge di votare per quelli che mi scrivono lettere esibendo presunte credenziali di cattolicità.
Mi sforzerò, come raccomanda il cardinale, di mettere in guardia tutti dal farsi abbindolare da certi ex-leoni diventati candidi agnelli. Se le posso dare un consiglio, desista da questa vecchia pratica democristiana di scrivere ai preti solo in campagna elettorale, e consigli il suo capo di seguire l'esempio fulgido del Papa. Sarebbe una vera opera di misericordia nei confronti del nostro popolo.

don Gianfranco Formenton

venerdì 22 febbraio 2013

SI E' SPENTO UN FARO.


Nell'autunno del 1991 lavoravo al censimento degli italiani. Un pomeriggio arrivai ad una bella casa di campagna, con un grande prato tutto intorno. Sapevo che era la casa dei nonni di una ragazza che mi piaceva molto, ci stavo mettendo tutto me stesso per conquistarla. In casa c'era solo la nonna, tutta imbarazzata perchè al mio arrivo, siccome stava pulendo il camino, aveva un po' di nero in faccia sulle mani, sul grembiule, i capelli “descarpentà”, in disordine. Quando le chiesi “quanti gabinetti avete?” lei comprese “caminetti” e mi disse “ne abbiamo sette!”. Io strabuzzai gli occhi, e lei scoppiò a ridere, capì che non aveva capito la domanda.

Ne abbiamo riso per anni di quel nostro incontro. Perchè quella ragazza poi la conquistai. Cominciai a frequentare quella casa, mi piaceva un casino, è un posto un po' magico per me, per noi. Una miniera di fotografie. Andai per un anno intero, ogni mese, a fotografare un ciliegio a lato della strada che portava alla casa.

Con quella nonna presto sviluppai un feeling speciale. Mi ha insegnato tanto, sia livello pratico, sia attraverso l'esempio. Sempre con serenità, calma, gentilezza. Mai che mi abbia fatto sentire ignorante, anche quando lo ero. Mi ha dato mille consigli sull'orto, da lei andavo senza paura, perchè sapevo che non mi avrebbe giudicato. Ogni volta che veniva a casa nostra andava a guardarlo, il mio orto.

Non l'ho mai sentita lamentarsi, di niente. Mai una parola fuori posto verso qualcuno. In ventidue anni. E ne avrebbe avute di parole da dire. Come ognuno di noi.

Quando sua nipote resisteva alle richieste di matrimonio, lei si alleò con me. Ed all'altare ci siamo andati insieme, perchè lei fu la testimone di nozze di sua nipote, una cosa mai vista. Che testimoniava il legame speciale tra quelle due donne. Ricordo tante chiacchierate fatte la domenica sera, dopo una giornata insieme, mentre la riportavo verso casa, o verso la struttura dove viveva da qualche anno. Mi sembrava di parlare con una persona della mia età, anche se ci separavano quasi 50 anni.
Per me quella donna è stata un gigante.

Qualche settimana fa, una mattina, me la sono presa con calma, non sono andato subito al lavoro. E sono andato a salutarla. Non ci siamo detti niente, perchè lei dormiva. Sono stato seduto accanto al suo letto qualche minuto, zitto. Poi me ne sono andato. Non mi sarei mai perdonato se non avessi fatto quella visita. In queste ultime settimane sono stato felice di averla fatta, mi sono sentito in pace.

L'emozione più forte del giorno in cui l'abbiamo salutata è stato vedere che due disegni di Blanca e Noa l'avrebbero accompagnata, appoggiati vicino alle sue mani. Ho retto a stento all'assalto delle lacrime.
Cosa che non riesco a fare adesso, mentre scrivo queste parole. Perchè mi si è spento un faro.

Ciao Elène, io non ero tuo nipote, ma tu sei stata un po' mia nonna.

domenica 17 febbraio 2013

Falò del XVI febbraio, chiesa dei Coppieri, Torre Pellice

 L'accensione



 Sfocato con fuoco
 Noa

Verso la fine un ragazzino giocava con il fuoco...

sabato 16 febbraio 2013

UNA MONGOLFIERA PER "M'ILLUMINO DI MENO"


Per festeggiare "M'illumino di meno" è stata lanciata ieri sera dal cosmodromo della Vignassa una gioiosa lanterna alimentata da un fuocherello. Nella foto qui sopra l'amico Albis si appresta al lancio. Nella foto qui sotto il Professor Jourdan assiste al lancio appena avvenuto. Per diversi minuti la piccola meraviglia si è alzata nel cielo della valle, sgombro dai venti. Era assente per impegni istituzionali l'ambasciatore della Mongolia.