venerdì 31 ottobre 2014

NEL BLU DIPINTO DI SMOG.


Lo smog sopra la Pianura Padana, 30 ottobre 2014. Dalla stazione spaziale internazionale. Altre foto spaziali cliccando QUI

martedì 28 ottobre 2014

FOTOCRONACA DELLA VISITA DI JO - PROSSIMO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DEL GHANA

 Al Centro "Riuso" di Torre Pellice

 Vicino al cielo, Colle Vaccera, Angrogna

 Vicino al cielo 2, Colle Vaccera, Angrogna

 Là sotto la Val Pellice e le Valli delle Alpi Cozie

 Autoscatto di spalle, guardando verso la pianura Piemontese dal Colle Vaccera, Angrogna

 Strati naturali, borgate della Val Germanasca e montagne del Parco Orsiera

Jo nella Gheisa 'd la tana, Angrogna. Un posto molto particolare. Il ragazzo mostra segni di tensione.

 Autoscatto nella Gheisa 'd la tana, Angrogna.

All'uscita dalla Gheisa 'd la tana, Angrgona. Da lì a poco, sciolta la tensione, il ragazzo si produrrà in uno show indimenticabile. "Pensa quanti africani importanti e famosi non vedranno mai questo posto magnifico! Sto facendo la storia, io!"

Autoscatto davanti al monumento di Sibaud, Bobbio Pellice, dopo che gli ho raccontato del glorioso rimpatrio dei Valdesi.

 La faggeta degli Eyssart, sopra Bobbio Pellice, uno dei miei posti preferiti in Val Pellice

 Raccontando quanto freddo fa nel nord della Svezia in inverno...

 Jo fra i colossi della faggeta.

 Priva di titolo.

 Con Blanca e Noa.

Autoscatto di famiglia (allargata). C'è gente di tre continenti (questa saranno pochi a capirla...)

CREDEVO NON CI FOSSERO PIU'


Onestamente credevo che i reparti punitivi nelle fabbriche non esistessero più. Poi ho letto un'interessante inchiesta dal nuovo sito di Internazionale.
Internazionale, il miglior giornale che ci sia...
Per leggere l'inchiesta cliccare QUI

mercoledì 8 ottobre 2014

NON C'E' TITOLO.

Viaggiando in bici si colgono meglio i silenzi, le sensazioni, i rumori. Pedalando verso il villaggio pensavo fra me e me che avrei dovuto trovarlo più silenzioso del solito, a causa di una tragedia simile. Mi pareva doveroso. Invece c'era il solito tran tran, non c'era più silenzio, le mamme che andavano verso le scuole a prendersi i figli, per strada il solito numero di macchine, eccetera. Il villaggio non si era fermato, come pensavo io. Del resto io per primo non mi sono fermato. Al funerale non sono andato, per me non sarebbe stato sostenibile. Soprattutto per me non sarebbe stato sostenibile vedere i figli. Perchè io stesso sono stato tanti anni fa esattamente in quella situazione, non proprio bambino, ma al centro degli sguardi pietosi, tristi, imbarazzati di centinaia di persone. Quindi mi sono tenuto alla larga, come ho fatto in queste ultime settimane ogni volta che sentivo parlare in casa della tragedia imminente. Non una tragedia di quelle che fanno notizia, ma comunque una tragedia. 
Il ricordo che mi terrò prezioso di quel simpaticone con il sorriso un pò storto sono le tante volte in cui, arrivando a casa dei miei suoceri, mi accorgevo che lui era al di là della siepe, a casa dei suoi, e urlavo: "Giaaalllloooo!", e lui rispondeva: "Ceeeellloooo!".


Quello che è certo, quello che mi tiene ben ancorato con i piedi per terra, schiantato dal senso di realtà e di totale fragilità, è che fra i personaggi di questa foto fatta a Bolzano un ventidue, ventitre anni fa, in un campionato nazionale di uno sport improbabile, siamo già a meno due...