lunedì 28 maggio 2007

Giro d'Italia

La mantellina parapioggia chiusa dal velcro, i copriscarpini a cerniera, i manicotti impermeabili e il casco. Tra casco ed occhi, occhiali aerodinamici sovente a specchio, o colorati. Il pantaloncino iperaderente s'appoggia su una sella a becco di rapace, sottilissima, puntata su un manubrio che ospita il computer di bordo con relativo display. L'incrocio futurista di tubi ed ingranaggi si sviluppa attorno a un telaio con sezioni a volte appiattite in orizzontale, talvolta in verticale, chiamato un tempo bicicletta, con leva sdoppiata ma a corpo unico per freni e cambio (costo approssimativo al chilo, milleottocento euro). L'attacco che lega scarpino e pedale è un marchingegno a molla degno di un Leonardo dell'acciaio, del carbonio e del kevlar. Dal colletto della maglia hi-tech chiusa da zip, ecco i fili di auricolare e microfono. Tra i fili e la maglia, una microrete traspirante e protettiva in goretex. Sotto la microrete, la pelle. Dentro la pelle e la carne, le vene. Nelle vene, il sangue. Dentro il sangue, chissà. (Da "La Repubblica", domenica 27 maggio 2007).

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