sabato 11 luglio 2009

DOSSIER OUM DHOUIL - ULTIMA PUNTATA: I bambini del '92

A., N., B., S., I bambini di Oum Dhouil del 1992

La foto è del 1992, primo viaggio ad Oum Dhouil. Monia tornava a casa con noi per la prima volta, dopo un anno di lavoro a Torre Pellice. Io e Moni passammo tre settimane al villaggio. E loro, i bambini, erano quasi sempre con noi. Andavano e venivano da casa, a volte restavano anche a dormire. Nella foto li vediamo ritratti con la nonna di Monia, che fino all'ultimo si tinse i capelli con l'hennè. Sembrava un pò una strega...
S.
durante quel viaggio rimase un pò in ombra, ma emerse prepotentemente nel viaggio del 1996 (quello del matrimonio di Nabil, il fratello di Monia); in quell'occasione conquistò il premio di "Bambino scassaminchia", titolo che si spiega da sè. Occorre dire che crebbe con prestigiosi esempi tra le mura domestiche; ricordo bene che, in piena festa, suo padre

andò a casa a prendere il fucile, poi uscì in cortile ed iniziò a sparare in aria, così “per vedere l’effetto che fa”. Era un bel bambino, S. Poi diventò un bel ragazzino, e poi ancora un bel ragazzo. Oggi quindi è un bell’uomo di 25 anni, fa il tassista ad Oum Dhouil e dintorni, ed ha una bella moglie; Che picchia regolarmente. Recentemente le ha fatto perdere un bambino…

Fra gli altri tre, B. nel 1992 era il più tranquillo. Un bel bimbo ricciolino. Negli altri viaggi non me lo ricordo bene. Fino al 2007. La famiglia aveva allargato di molto le proprie attività. La vecchia casa non esisteva più (che botta la prima volta che siamo andati giù dopo che l‘avevano abbattuta…), e B. lavorava per Nabil come aiuto al distributore di benzina; tutti in famiglia ne parlavano bene, era proprio un ragazzo serio, che aveva mantenuto la timidezza di quando era un bambino, quindici anni prima. Poi l’anno scorso, una sera la nostra amica ci telefona, sconvolta. Avevano appena scoperto che B. aveva fottuto migliaia di dinari dalla cassa del distributore. Si vocifera che già da qualche mese Nabil fosse stato avvertito da un ragazzo del villaggio, “stai attento, guarda che B. ti sta rubando dei soldi”, ma lui non aveva potuto credere che suo cugino gli stesse facendo una cosa così. Poi, qualche giorno prima che ci arrivasse la telefonata, Nabil aveva notato dai registri un numero cambiato. Allora si era messo a controllare, una notte intera, andando indietro di 6/7 mesi. Mancavano l’equivalente di 9.000 euri. Durante i mesi precedenti B. si era comprato una macchina ed aveva iniziato i lavori per costruirsi una casa. Oum (mamma) Habiba ha impedito al figlio Nabil di denunciare il suo giovane ed intraprendente cugino, che si sarebbe fatto qualche anno di galera. Nel frattempo è stato restituito ¼ della cifra sottratta. Poco lontano dal distributore lo scheletro della casa di B. giace abbandonato.

Il fratello di B., che si chiama N., nel 1992 viveva praticamente in casa di Monia; un bellissimo bambino, sempre sorridente. Lui e la bimba A. erano una bellissima coppia, superfotografata dal sottoscritto. Di quell’anno rispetto a lui ricordo di un viaggio con la nostra in macchina verso l’interno, si andò a trovare certi parenti. N., che venne con noi, patì il viaggio ed arrivo a destinazione seminudo perché i sui vestiti si sporcarono. Ad ogni sosta vomitevole sua zia Monia gli toglieva un pezzo. Alla fine restò in mutande. Lo ricordo bene anche nel viaggio del ’96, perché alla festa del matrimonio di Nabil lui era un ballerino favoloso. Nel 2007 mi raccontò che stava facendo la scuola da plombier, idraulico. Ora l’ha finita, la scuola. Ma non fa le plombier. Per il momento aiuta suo papà nella conduzione del cafè della zia Monia (dove lei non entra, in quanto donna). E’ diventato proprio un bel tipo, N., sempre sorridente; ma una volta terminati i convenevoli, non sappiamo più cosa dirci. Un giorno suo fratello B. è passato dal cafè, io ero lì sotto casa; forse mi ha fatto anche un cenno di timido saluto, dall’altra parte della strada. Né io né lui abbiamo osato traversare per salutarci meglio.

L’ultima era A., l’unica bimba della foto, la mia preferita, il mio amore da sempre e per sempre. Una bambina bellissima, alla quale nel ’92 feci migliaia di miliardi di foto. Aveva due occhi spettacolari, le ciglia tanto lunghe da sembrare finte. Anche lei viveva praticamente in casa, ed era sempre intorno a noi. Un casino sveglia, vitale, anche un po’ maschiaccio. Fino al viaggio del ’97 fu abbastanza piccola per giocare con un maschio adulto, cioè con me. Dal ’99 in poi non fu più possibile, aveva ormai 13 anni. Quest’anno è venuta a salutarci il secondo giorno. E’ una (ovviamente bellissima) ragazza di 23 anni, che sa di essere bella, eccome se lo sa… Gentile, forse un po’ timida, lontana. Le ho detto “Mademoiselle, que vous etes belle…!”, lei ha riso, ci siamo scambiati i due baci che al villaggio tutti ci danno, poi lei ha fatto due passi indietro, ritornando alla distanza di sicurezza. Abbiamo scambiato qualche battuta e se ne è andata.

Se c’è un paradiso, lì la ritroverò…


FINE.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Simplemente fantástica !!!!!!