I figli di immigrati irregolari nati nelle aziende sanitarie e nei "punti nascita" dei presidi del Piemonte dovranno essere registrati. Con questa circostanziata direttiva, per la prima volta una regione italiana dispone che siano gli stessi funzionari sanitari a registrare i bambini, procedura che verrà condotta senza che i genitori sprovvisti del permesso di soggiorno possano incorrere in problemi giudiziari. Il provvedimento interviene a risolvere "alcune delle questioni sorte con l'approvazione da parte del Parlamento del cosiddetto pacchetto sicurezza", afferma don Fredo Olivero, direttore regionale in Piemonte e diocesano a Torino della pastorale per i migranti, che in passato aveva già espresso le proprie perplessità in materia di trattamento dei cittadini stranieri residenti in Italia. Al centro delle critiche mosse da sacerdote al pacchetto sicurezza c'è il reato di clandestinità, che rischia di creare sacche di emarginazione, nelle quali relegare individui invisibili allo Stato e quindi privi di diritti fin dalla nascita.
Il decreto emanato dalla regione Piemonte non serve solo a tutelare gli stranieri, ma anche il diritto dello Stato italiano a identificare le persone nate sul territorio nazionale.
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