martedì 4 ottobre 2011

LA CRISI DEGLI ASINI

Un uomo in giacca e cravatta è apparso un giorno in un villaggio. In piedi su una
cassetta della frutta, gridò a chi passava che avrebbe comprato a € 100 in contanti ogni
asino che gli sarebbe stato offerto. I contadini erano effettivamente un po' sorpresi, ma il
prezzo era alto e quelli che accettarono tornarono a casa con il portafoglio gonfio, felici
come una pasqua.
L'uomo venne anche il giorno dopo e questa volta offrì 150 € per asino, e di nuovo
tante persone gli vendettero i propri animali. Il giorno seguente, offrì 300 € a quelli che non
avevano ancora venduto gli ultimi asini del villaggio. Vedendo che non ne rimaneva
nessuno, annunciò che avrebbe comprato asini a 500 € la settimana successiva e se ne
andò dal villaggio. Il giorno dopo, affidò al suo socio la mandria che aveva appena
acquistato e lo inviò nello stesso villaggio con l'ordine di vendere le bestie 400 € l'una.
Vedendo la possibilità di realizzare un utile di 100 €, la settimana successiva tutti gli
abitanti del villaggio acquistarono asini a quattro volte il prezzo al quale li avevano venduti
e, per far ciò, s'indebitarono con la banca.
Com'era prevedibile, i due uomini d'affari andarono in vacanza in un paradiso fiscale
con i soldi guadagnati e tutti gli abitanti del villaggio rimasero con asini senza valore e
debiti fino a sopra i capelli. Gli sfortunati provarono invano a vendere gli asini per
rimborsare i prestiti. Il corso dell'asino era crollato.
Gli animali furono sequestrati e affittati ai loro precedenti proprietari dal banchiere.
Nonostante ciò il banchiere andò a piangere dal sindaco, spiegando che se non
recuperava i propri fondi, sarebbe stato rovinato e avrebbe dovuto esigere il rimborso
immediato di tutti i prestiti fatti al Comune.
Per evitare questo disastro, il sindaco, invece di dare i soldi agli abitanti del villaggio
perché pagassero i propri debiti, diede i soldi al banchiere (che era, guarda caso, suo caro
amico e primo assessore). Eppure quest'ultimo, dopo aver rimpinguato la tesoreria, non
cancellò i debiti degli abitanti del villaggio né quelli del Comune e così tutti continuarono a
rimanere immersi nei debiti.
Vedendo il proprio disavanzo sul punto di essere declassato e preso alla gola dai
tassi d'interesse, il Comune chiese l'aiuto dei villaggi vicini, ma questi risposero che non
avrebbero potuto aiutarlo in nessun modo poiché avevano vissuto la medesima disgrazia.
Su consiglio disinteressato del banchiere, tutti decisero di tagliare le spese: meno
soldi per le scuole, per i servizi sociali, per le strade, per la sanità, ecc...
Venne innalzata l'età di pensionamento e licenziati tanti dipendenti pubblici,
abbassarono i salari e al contempo le tasse furono aumentate. Dicevano che era
inevitabile e promisero di moralizzare questo scandaloso commercio di asini.
Questa triste storia diventa più gustosa, quando si scopre che il banchiere e i due
truffatori sono fratelli e vivono insieme su un'isola delle Bermuda, acquistata con il sudore
della fronte. Noi li chiamiamo fratelli Mercato. Molto generosamente, hanno promesso di
finanziare la campagna elettorale del sindaco uscente.
Questa storia non è finita perché non sappiamo cosa fecero gli abitanti del villaggio.
E voi, cosa fareste al posto loro? Che cosa farete? Se questa storia vi ricorda qualcosa,
ritroviamoci tutti nelle strade delle nostre città e dei nostri villaggi sabato 15 ottobre 2011
(Giornata internazionale degli indignati) ... e fate circolare questa storiella....

1 commento:

Paolo Ferrando ha detto...

Molto bello !
Un libro, tantissimi anni fà , diceva: Ecclesiastico 21,8 "chi edifica la propria casa con denari altrui è come chi ammassa pietre per la sua tomba".
Forse manca il fattore pubblicità dove la gente viene bombardata di immagini di venditori/compratori di asini felici, con famiglie e figli bellissimi, che escono di casa sorridendo alla vita correndo felicemente nel giardino.
Io non sono contrario al Businness (puchè operato con etica)ma sono assolutamente reazionario nei confronti della cultura del debito dove non è importante quello che si produce ma il debito che ci si accolla per ottenerlo !!! Provate a comprare un'auto e a dire al venditore che pagando subito in contanti (che non vuol dire in nero !) sarebbe logico uno sconto: vi ride in faccia e rilancia che se fate un finanziamento vi regala l'autoradio e vi fa partecipare ad un concorso !!! E noi dovremmo pagare il risultato di tutto ciò??
E noi dovremmo ancora stare a sentire gli astrologi/economisti che ci spiegano che tutto ciò è necessario per la crescita...ma di cosa?