venerdì 4 gennaio 2013

AINA IL LATTONIERE

Come attrezzatura ha un tondino di 5/6 cm, un ferro a T, una cesoia tutta scassata, forbici per la lamiera, qualche martello. Niente altro. Eppure riesce a fare tubi, curve cappelli e quant'altro. Se deve saldare va da un'amico che ha la saldatrice. Dovrebbe essere incentivato! Perchè quando avrà finito il lavoro nella sua officina, un mattino di buon'ora, con tutto i materiale preparato il giorno prima, partirà da casa con tubi, curve, cappelli, la poca attrezzatura, il mangiare e farà un paio di km a piedi con tutto il carico, prenderà il bus, sistemerà la sua roba sul tetto. Dovrà aspettare che il bus sia pieno prima di partire. Magari durante il viaggio, schiacciato come un'acciuga, dovrà fermarsi per un guasto del bus. Quando arriverà vicino alla scuola si caricherà la roba sulle spalle fino all cucina della scuola stessa. Andrà a cercare chi detiene la chiave. Comincerà il lavoro ma, con l'attrezzatura che ha, sarà una fatica enorme, in posizioni scomode. Avrà magari bisogno di un attrezzo diverso, non previsto, ma in tutto il villaggio non lo troverà. Dovrà aggiustarsi così. Mezz'ora prima di finire il lavoro, scenderà la notte e lui non potrà continuare. Quindi dovrà tornare l'indomani, rifacendo tutto il tragitto. Tutto questo per quattro tubi di stufa. 

Sega utilizzata per tagliare a mano assi nella foresta
 
Ma quando gli capiterà di nuovo un'opportunità di lavoro così? I suoi abituali clienti sono più miserabili di lui. Hanno bisogno di qualche riparazione. Qualche pezzo di latta per riparare il tetto. Ma il resto del tempo cosa fa? Starà seduto fuori dalla sua “bottega”
a chiacchierare, ridere e scherzare con gli amici sfigati di questo paese. Forse passerà lì vicino un turista, e vedrà un gruppo di uomini seduti fuori dalla bottega a ridere e scherzare. E quando racconterà agli amici del suo viaggio in Madagascar dirà: “E' un bellissimo paese, ma i malgasci sono dei pelandroni, sempre seduti fuori dalle loro botteghe, a ridere e scherzare”. 
Ma Aina si deve nascondere in casa per la vergogna di non avere un lavoro?

(Estratto dal diario di mio suocero, in Madagascar tra agosto e settembre 2012 per seguire l'installazione di stufe nelle cucine di alcune scuole rurali)

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