domenica 14 settembre 2014

TRANSITALIANA DI RITORNO - Parte Uno



E’ come se si fossero accordati. Almeno uno sempre presente. Altrimenti non si va via. Il notturno 754 per Torino è l’ultimo che va. Prima di lui parte il cugino, il 752 per Milano. Dopo che anche il Torino è partito resta di guardia il Freccia Bianca arrivato alle 21,40 da Milano. 
Lui fa il presidio per la notte. Hai visto mai che arrivano gli sgherri di Moretti a chiudere la stazione, in nome della “razionalizzazione”, della “ottimizzazione del rapporto costi benefici”, o bestemmie simili. Gli altri, i locali delle ferrovie del sud est o i numerosi regionali che uniscono i vari centri della regione più lunga d’Italia, non avrebbero abbastanza forza per resistere. Ci vuole un peso massimo.
Una delle immagini che spero mi restino a lungo è quella di Noa e Gioele che si fanno mano nella mano tutto il lungo corso che porta alla stazione. Sono meravigliosi. Anche per traversare la strada non li prendiamo per mano noi, li lasciamo andare così, troppo belli per essere interrotti.
Della reale esistenza del deposito bagagli non siamo stati sicuri fino a che non lo abbiamo visto, ci hanno detto che c’era, poi che non c’era, poi che “forse si ma comunque l’orario non lo so”. Quindi ci siamo affidati al web, che come noto dice solo la verità. Il sito di Trenitalia dice che il deposito bagagli alla stazione di Lecce non c’è. Infatti eccolo lì, affidato ad una procace bionda tinta di provenienza esteuropea che non si fa sedurre dalle battute dell’amico Paolino, alla ricerca dello sconto sulla tariffa.
Ma questo succedeva qualche ora addietro, dopo che avevamo caricato donne e bambini sul bus per Lecce (anche lui incerto, almeno come orario), caricato all’inverosimile la macchina con i bagagli di due famiglie con figli, chiacchierato di Umbria, Jazz, Heavy Metal, di mio padre, mio nonno e mia nonna nel tragitto verso il capoluogo Salentino, cercato invano una pizzeria che ci facesse da deposito bagagli gratis in cambio della prenotazione. Dopodiche io ho restituito l’auto con la figlia dal nome spagnolo, con lei sono tornato per mano e per bus nella zona della stazione, con lei ho trovato la pizzeria segnalata da Paolino, siamo andati a lavarci le mani in un bagno diviso dal forno del pizzaiolo da una parete dilettante, con conseguente temperatura parainfernale, ci siamo seduti fuori al fresco ed abbiamo guardato Mohammed preparare il tavolo per nove e le auto passare nella zona a traffico limitato (!?). Gli altri in giro per Lecce, che ho avuto l’impressione essere splendida solo a guardarla dal bus. Quando sono arrivati da noi Blanca aveva già preso un’edizione straordinaria della nota bibita in lattina biancorossa. Così sono iniziati i diverbi di paglia con gli altri bambini. La pizza era ottima, ed anche economica rispetto a quella del nord ovest.
1/continua.

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