"Ero nella casa accanto, da un mio zio, quando abbiamo sentito tre o quattro esplosioni, una dietro l'altra. Mi sono precipitato. La nostra casa era avvolta da un fumo denso e bianco che non faceva respirare e dalle fiamme. Sono salito al secondo piano e ho visto mia madre avvolta nel fuoco. Nel corridoio c'erano i miei fratelli Abed di 14 anni, Said di 10, Hamza di 8 abbracciati a mio padre Sadallah, che di anni ne aveva 45. Bruciavano. Hamza diceva: voglio pregare, voglio pregare, ma subito dopo morì. Gli altri erano già morti. Mio padre non aveva più la testa". Nel reparto ustioni dell'ospedale Shifa, dove è ricoverata Sabah Abu Halima, la madre, anche lei di 45 anni, il primario Nafez al Shaban, laureato a Glasgow, specializzato negli Stati Uniti, è certo che a provocare le ustioni subite dalla donna e da altri feriti sia stato il fosforo. Racconta di essersi trovato per la prima volta nella sua carriera di fronte a piaghe che continuavano a bruciare, anche dopo ore, emanavano un odore insopportabile e soprattutto resistevano al normale trattamento di chirurgia plastica. "Tanto che - dice - su suggerimento di colleghi giordani ed egiziani che avevano avuto esperienze simili in Libano, abbiamo dovuto amputare".
Una tragedia nella tragedia è rappresentata dalla mancanza di soccorsi, sia nel caso degli Abu Halima, che in quello della famiglia Abd Rabbo, nel villaggio di Jabaliya (vicino all'omonimo campo profughi). Per dirla in breve, morti e feriti della famiglia Abu Halima sono stati messi su due macchine e su un trattore. La macchina con i morti, secondo il racconto dei sopravvissuti, bloccata al primo posto di blocco israeliano, è stata capovolta da un caterpillar militare. I cadaveri sono rimasti per giorni sull'asfalto. Sabah Abu Halima, la madre ferita, ha potuto raggiungere l'ospedale su un carro trainato da un asino.
Fonte: Repubblica di oggi (clicca QUI per leggere l'articolo intero)
Il governo israeliano ha proclamato una tregua unilaterale nella striscia di Gaza ed ha ritirato le truppe. L'offensiva ha causato la morte di 1315 palestinesi, tra cui 410 bambini. Tra le vittime c'è 1 dei leaders di Hamas. Nell'operazione sono morti 10 soldati israeliani, mentre 3 civili sono stati uccisi dai razzi sparati dai palestinesi.
Fonte:Internazionale del 23 gennaio
Milletrecentoquindici contro tredici. Cento a uno. Tu mi dai uno schiaffetto, io taglio la testa a te e tutta la tua famiglia. Forse siamo così incazzati perchè da una parte c'è una organizzazione terroristica e dall'altra uno stato democratico. Ma chi è il terrorista? Internet è pieno di foto terrificanti di bambini di Gaza insanguinati, sepolti dalle macerie, carbonizzati dal fosforo, fatti a pezzi. La ministra degli esteri di Israele sui di loro dice di essere "a posto con la coscienza". Ma chi è il terrorista?
I nostri validi politici hanno fatto gara a dire che Israele ha diritto di difendersi, che Hamas ha rotto la tregua, e guai a chi dice il contrario.
Ecco chi dice il contrario. La fonte è scritta chiaramente sul grafico, è l'intelligence israeliana. Dal 19 giugno, quando è iniziata la tregua, e fino all'inizio di novembre, sono stati sparati pochissimi razzi.
Poi il 4 novembre la tregua è stata rotta. Da Hamas?
Dall'esercito israeliano, come scritto chiaramente in questo articolo del Guardian, giornale inglese.
Il problema non è "chi ha iniziato". Il problema è "chi vuole smettere?"
E poi, nella mia ignoranza di uomo della strada, mi chiedo: "Se non ci fosse un'occupazione Israeliana in Palestina, Hamas esisterebbe?"
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