martedì 3 settembre 2013

DUE PAROLE SUL MERCATO

Il mercato
Il martedì si tiene il mercato a Menzel Temine, circa 20 km dal villaggio dove vive Monia con la sua famiglia. E' la cittadina più vicina; non si può dire che sia bella, però ci sono affezionato. Stamane siamo andati alla banca per cambiare i soldi. Lì accanto sta per riaprire il “Monoprix”, il supermercato dove andavamo sempre, che fu saccheggiato e bruciato nei giorni della rivoluzione, a gennaio 2011. Un posto scuro, basso, non dava l'impressione di grande pulizia, giù in fondo dietro al banco si andava a chiedere l'alcol, che il commesso compiacente faceva saltare fuori, in barba alle regole sociali. Nella piazza del mercato c'è un ristorante popolare dove siamo stati parecchie volte, ogni volta con grande soddisfazione del sottoscritto. Nel portico adiacente, dove viene cotta la carne del ristorante, si può portare carne o pesce comprato al mercato, e farselo cuocere. Il mio posto preferito però è il mercato del cibo, soprattutto frutta e verdura, ma anche carne, spezie, pane, pesce. E' una miniera di fotografie, soprattutto di persone. Nel tempo alcuni dei mercanti si ricordano di me, è successo più volte che abbia stampato delle foto del viaggio precedente e che gliele abbia date. E' così anche questa volta. Stamattina alla fine del giro, ci siamo passati. C'era un macellaio che stava squartando una testa di mucca con l'ascia. La cliente che gli aveva chiesto una parte della testa era seduta davanti a lui e lo guardava lavorare, scherzando con lui. In un'altra bottega di macellaio, lì vicino, c'era una testa di mucca appesa, con tanto di etichetta in plastica gialla che identificava la bestia. La testa era integra, mentre quella che poco distante veniva squartata era stata cotta nella sua parte esterna. Era davvero quella bestia lì, quell'esemplare lì, non un pezzo di carne che non puoi identificare, perchè non ha più alcun elemento che ti faccia risalire alla mucca che fu. Uno spettacolo inusuale, visto con i nostri occhi, distanti come siamo dagli aspetti “truculenti” che precedono l'arrivo della carne in tavola. Come se non esistessero. Qui invece questo aspetto è alla luce del giorno, ed in effetti a me non dà alcun fastidio. Non potevo lasciare il mercato del cibo senza comprare mezzo chilo di Merguez, la meravigliosa salsiccia piccante.

Il mercato del martedì è una bolgia, una calca pazzesca, ed occorre fare bene attenzione ai ladri, che in alcune occasioni ho anche visto chiaramente. Anche ai figli bisogna fare bene attenzione, perchè ci sono talmente tante persone che perderli sarebbe un attimo. Non ci sono tante smancerie nel muoversi tra la folla, se sei davanti a me ed ostacoli il mio passaggio, ti spingo. Senza stare a guardare se sei una donna, un bambino, o cos'altro. E' normale così, nessuno protesta. Come è normale che un venditore si metta in mezzo allo spazio in cui passano le persone, che spesso è uno spazio già stretto di per sé, per vendere le proprie cose. In questo modo ostacola ulteriormente il flusso della folla. E quindi giù spinte per farsi largo. E' anche accettato da tutti il fatto che in mezzo al mercato di vada con un carretto, o con il motorino, talvolta acceso. Ed è un ulteriore restringimento dello spazio a disposizione. Ma ai nostri occhi in questi 21 anni, in queste dieci volte che siamo venuti qui, non è cambiato molto. A parte i cellulari, che molti tengono in mano camminando per il mercato. Moni sostiene che ci siano più donne con il velo, io me ne accorgo meno, forse perchè è stato un aumento graduale, non saprei dire. Monia dice “Si, mettono il velo anche donne che prima non lo avrebbero messo. Poi però sotto il velo non c'è una donna più osservante dei dettami dell'Islam. Fanno di tutto...”.
Non potevo lasciare il mercato di Menzel Temime senza comprare mezzo chilo di petit four, meravigliosi dolci di mandorla. Anche alle commesse della pasticceria ho portato la foto fatta loro lo scorso anno.

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