venerdì 5 giugno 2009

DOSSIER OUM DHOUIL - 3: La visita a casa di M.

Quando siamo arrivati credo loro ci stessero aspettando già da ore. Era uno di quei posti dove volevo andare, durante questa visita ad Oum Dhouil. Ci avevano preparato il pane, quello fatto nel forno che molte case hanno, fuori in cortile. Quel pane meravigliosamente caldo, salato, che loro appiccicano alle pareti del forno, e che poi staccano a mani nude, rischiando ogni volta di ustionarsi.
La sorella di M. era già venuta diverse volte a casa, come a spingere la causa presso Monia, sicuramente sua madre la pressava perchè ottenesse che noi andassimo a trovarla. Voleva in qualche modo sdebitarsi con noi, che un paio di anni fa abbiamo provato a dare una mano a M., suo figlio. Quando siamo arrivati l'ho abbracciata forte, e lei lo stesso con noi. Ci parlava e parlava, e noi che non capivamo niente, forse neanche le traduzioni di Monia.
Ma non era necessario, lo capivamo benissimo cosa ci voleva dire, perchè ce lo diceva al di là delle parole.


E pensare che noi non siamo riusciti a fare praticamente niente per suo figlio. Però ce lo ricordiamo bene; un omone dall'aspetto che intimorisce, ma buono come il pane; ogni volta che tornava a casa portava qualcosa per Blanca: un succo di frutta, una banana, cose così, piccole; e voleva sempre prenderla in braccio, farsi fotografare con lei.

La mamma ha iniziato a sbaciucchiare Blanca, una volta, due, tre. "Aaarghh!!!", ha urlato lei, che non sopporta troppe smancerie; allora l'hanno lasciata andare, in giro per quel bel cortile con gli ulivi, ogni tanto compariva sulla porta.

Ci hanno fatto sedere sui tappeti, abbiamo salutato il papà di M., che è malato e per tutto il tempo è stato disteso sul suo materasso.
Ho fatto onore alla loro ospitalità, perchè di quel pane ne ho mangiato un quintale, caldo e con il loro olio di oliva, buonissimo, ogni tanto un bicchiere di c.c. per mandare giù il malloppo senza danni (apparenti...). Poi siamo usciti in cortile per le foto, sono comparse un paio di ragazze "rustiche" (una aveva degli occhi impressionantemente verdi)

e mi sono sbizzarrito con gli scatti; ad un certo punto erano tutte lì vicino a me, per vedere nello schermo le foto fatte . Di colpo ho girato la macchina foto e le ho prese tutte insieme da sopra, con i loro sorrisi.

Quando siamo andati via la mamma ha continuato a parlarci, abbracciarci e benedirci.
Noi non le abbiamo detto niente della vita che probabilmente M. fa giù al sud, a raccogliere frutta e verdura, in chissà quali condizioni. Lei non lo sa, ed è meglio così.

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